Anno M D C X L V I I I, lo l re. E ficcome di cuore defiderava quello Porporato il bene della Patria, e infieme l’onore della Corona di Spagna, concoriè anch’egli a confìgliare la deposizione del Viceré, come il migliore l’pediente a gli affari, che altrimente minacciavano precipizio. E ramo più, perchè riufcì al Duca di Guifa d’occupare il Borgo di Chiaia , che ragliava la comunicazion de gli Spagnuoli per terra col rello del Regno. Talmente dunque s’adoperarono col Duca d’Arcos 1 Tuoi confidenti, che 1’ induilero ad imbarcarli, e ad abbandonar Napoli nel dì 16. di Febbraio . Servì la Tua partenza a maggiormente unire il Baronaggio al partito e i'ervigio Reale. Nè mancò Don Giovanni d’ Auftria , affittito da fcggi Confìglieri, di promuovere a tutto potere la concordia co’Popolari, efibendogenerai perdono, e aumento di grazie. Ma cotanto era crel'ciuto lo ¡.concerto delle cofe , che troppo difficile alle pruove fi trovò il rimedio. Imperciocché la malattia di Napoli s’era dilatata dapertutto il Regno, e il Duca di Guifa, ficcome ben provveduto di fpie, venendo a (’coprire i fegreti maneggi, (turbava tutto , ed avrebbe anche volentieri mede le mani ad dolio a Gennaro Annefe, fe non 1’aveiTe ritenuto il fapere, ch’egli teneva filo colla Corte di Francia, e che da e (Fa veniva (limato non poco. Con tutte nondimeno le fue lufinghe e raggiri non potè mai eflo Duca ottenere il fuo primario oggetto , che era quello di farfi proclamare Re . Dilli fconvolto anche il Regno, e volli dire, che non v’era Provincia o Città, dove non regnaiFe la discordia , e fuccedeffero frequenti tumulti ed ucciiìoni, foltenendo gli uni la Libertà, e gli altri la Regale autorità. Trovaronfi allora Nobili, che fpol’arono il partito de’ Popolari ; e il Guifa faceva trapelare in ogni parte i fuoi emiiTarj. In Taranto, in Ariano, in Chie-ti, nell’Aquila, e in altre principali Città penetrò quel perniciofo influito. E baiti quello poco , giacché io non poiFo tener dietro a tutte le fila di queila imbrogliatiilima mataiFa , e al Lettore riulcirà più caro d’intendere , come la provvidenza de gli uomini favorita da Dio la sbrogliaiFe : il che accadde nel preferite Anno. Non avea già dimenticato il Duca di Guifa d’effere Franzefe . In mezzo ai grandi affari marziali trovava egli il comodo di divertirti, e di fpendere più ore con PrincipeiTe e Dame, e parea , che più dell’altre gli piace/le-ro le più belle . Molto di quello fi parlava, anzi fi fparlava per Napoli; e a i faggi del fuo feguito, e più a i Mariti delle perfone da lui amate, al maggior fegno difpiaceva queilo fuo rituale. Sapeva in oltre Gennaro Annefe ( personaggio di tanto polfo fra’ Popolari ) qual Segreta rabbia contra di lui covalfe in fuo petto il Duca; nt (apea