Anno MDCLII. uj (covati, e il grado di Limofiniere di quella Corona. Riconciliaronfi in quell’Anno elfi Barberini colla Repubblica Veneta, con rilalciarle tutte le rendite fequeftrate de’lor Benefizj, e donarle per iopra più dodici mila ducati d’oro da impiegare nella guerra col Turco. In ricom-penfa vennero aggregati alla Nobiltà Veneta, e fi portarono appolla a Venezia Cario e Maffeo Figli di Don Taddeo Prefetto di Roma, già mancato di vita in Francia, per ringraziare il Senato di quello onore. Ora veggendo Donna Olimpia Cognata del Papa, e gli altri di Cafa Panfilia declinare aH’occafo il decrepito Papa, fi avvifarono di troncar la nemicizia co’Barberini, e di aflodar meglio le cofe loro, con farli amica una Cafa sì potente per le ricchezze, per le Protezioni, e pel gran feguito nel facro Collegio. Però cancellati gli odj, tornò anche il Cardinale Antonio a Roma, ben accolto dal Papa; iì rtabilirono le Nozze di Don Maffeo con Donna Olimpia Giurtiniani Pronipote d’erto Pontefice; e a Carlo Barberino per la reftituzion del Cappello fu conferita la facra Porpora: il che fuccedette nell’Anno feguente. Sicché ertendo già defunto nel 1646. il Cardinal Antonio Barberino feniore, piirtimo Cappuccino, e Fratello de’fuddetti due Porporati, tornò quella Cafa ad aver tre Cardinali fuoi nello ilerto tempo viventi, e fervirono ad ertale traverfie pallate di gloria, e di maggior grandezza. Seguitava intanto ad ertere agitata fra balzi ora favorevoli, ora contrarj fortuna del Cardinal Malanno in Francia, tuttoché fi mirale egli protetto dal giovinetto Re Luigi XIV. che già avea artùn-to le redini del governo, e molto più dalla Regina Madre. Durando quelle guerre civili, rertavano in gran depreflione gli affari de’Fran-zefi nel Piemonte. Bella congiuntura, che era quella al Marchefe di Caracena Governator di Milano, per ricavarne profitto. Sicuro egli, che per le turbolenze fuddette, non potevano eglino fperar foccorlò, lì avvisò di fare un bel colpo, cioè di cacciare il prefidio loro da Ca-fale. Era il principio di Maggio, e per coprire il fuo difegno, all’improvvida comparve con tutto l’efercito fuo fopra la Città ben fortificata di Trino, ed affrettortì a tirar la linea di circonvallazione, a formare approcci e mine, a portar artiglierie, cominciando a berfagliar quella Piazza. Si unirono Franzefi e Savoiardi fotto il comando del giovine Marchefe Villa, e del Conte di Verrua, per dare foccorfo; ma ritrovato il Caracena ufcito dalle Linee in ordinanza di battaglia per ben riceverli, troppo perigliofo parve loro il tentativo, e le «e tornarono indietro. Sicché Trino dopo alquanti giorni capitolò la refe, con avere il Caracena accordato quanto onorevoli condizioni po- O 4 tè mai