Annali d’ Italia': pelèa Inforta in quella ilagion poco propria alla navigazione, ebbero fatica a ridurfì colà in falvo. A me ha aderito perfona degna di fede d’aver più volte intefo dal Cardinale Cario Barberino, che in quello palleggio un di que’Legni reftò preda deli’onde, con perire uno ineilima-bil valfente d’argenterie, gioie, pitture , ed altri ricchiflimi mobili. Maggiormente fi efacerbò per tal fuga Papa lnnocew^o X. nè v’era chi non predicele la rovina di quella Cala. Ma il faggio Pontefice, allorché Tempre più venne fcorgendo, conche calore avelie la Corte di Francia prefo il patrocinio de’ Barberinicominciò a prellar orecchio a chi gli parlava di rimetterli in fua grazia, e maggiormente raddolcito fi moilrò , dappoiché l’armi Franzefi orgogliofe comparvero fotto Orbitello, e molto più da che mifero il piede in Piombino, e Porto-longone . Era Piombino del Principe Lodovifio fuo Nipote, e per defi-derio di riaverlo, difarmò l’ira contra d’elfi Barberini. Non ottenne-ro già eglino grazia, ma celiarono i procelh, e per foddisfazione della Santità fua, pattarono per qualche tempo ad Avignone. Accudirono con tutto vigore nel verno dell’Anno prefente i Veneziani alla guerra di Candia, e dovendoli eleggere un Capitan Generale delle forze di mare, nel gran Configlio aveano univerfalmente acclamato per quella Carica lo ileflb Francefco Eri^o Doge di quella Repubblica: cofa infolita, ed iliuilre attellato del di lui merito. Benché fettuagenarìo, pien di fpiriti generofi pel pubblico bene, accettò egli quello pefo. Ma quella, che sì fovente fconvolge i difegni de’ mortali, il tolfe dal Mondo nel dì tre di Gennaio di quefFAnno. A lui fuccedette nel Ducato il Proccurator Francefco Molino , e Capitan Generale fu eletto Giovanni Capello, che pofcia mal corrifpofe all’ efpettazione , che fi aveva di lui . Tuttoché afcendeffe l’Armata Veneta a feflantafei Galee, fei Galeazze, e quaranta grolle Navi, oltre a molti altri Legni minori, e fi potette impedire a i Turchi )’ ufcira da i Dardanelli, anzi battere la loro Armata, pure nulla di bene fi efeguì. All’incontro i Turchi iti all’ alTedio della Città di Retimo, fe ne impadronirono, e in Dalmazia, dove pur fi guerreggiava, tolfero Novi-grado a i Veneziani. Intanto non men per la guerra, che per la pelle, fi aumentava la defolazione nell' Ifola di Candia , e a quelli flagelli ioccombevano tanto i Crilliani, che i Turchi. Diede fine al fuo vivere in età di quaranta anni nel dì 12. di Settembre dell’Anno prefenre Odcardo Farncfe Duca di Parma. Fu in concerto d’uno de gli fpiritofi ingegni del fuo tempo; incantava la gente col fuo bel parlare , ma inclinando non poco alla fatira; il che ne’privati èpericolofo, e molto men conviene a Principi e gran Signori. La fplendidezza , la generolì- tà, e