i86 Annali d’ Italia. guerra, una Fregata leggiera, tre B^ulorti, e otto Barche cariche di viveri. Stava ancorata la Flotta Spagnuola , ed appena (coprì i Legni nemici, che Tarpò , e a vele gonfie andò a far loro n chi va là . At-tàccoilì una battaglia, che duro più ore; e già rmcu'avv.no i Fran-zefi, come inferiori di forze, quando il Signor di Valbeila, avvifato di quel combattimento, ul'cì dei Porto di Mefiina c fei Vafcellida guerra, e diede alle fpalle de gli Spagnuoii. Ripigliato allora coraggio i Franzefì, ricominciarono una nera danza con tal fucceffo, che gli Spagnuoii con buon ordine il ritirarono fino a Napoli, lardando nondimeno in poter de’ nemici un Vafcello di quaranta cannoni. Per 1’ arrivo di quello aiuto gran fefla fi fece in Meilina , tuttoché foife un picciolo bicchier d’acqua a chi avea tanta fete. Intanto tre mila e cinquecento Tedefchi, a1 quali aveano i Veneziani difficultato il paf-faggio per 1’ Adriatico, pervenuti a Pelcara, di là paffarono con fe-cento altri fanti Napoletani a rinforzare il campo, che tenea bloccata Mefiina . Ma fui principio di Giugno anche a gli affediati arrivò un altro numerofo Convoglio di più di cento vele, vegnenta da Tolone, lotto il comando del Signore d’Almeras , e del. Cavaliere di Quene , che sbarcò fei mila fanti, e mille cavalli con ogni forta di munizioni. Avendo poi quella gente tentato di levar la Scaletta, e un altro pollo a gli Spagnuoii, ed effendo anche pattata ad affahr Melazzo, dove fi trovava in pedona il Viceré, altro non ne riportò, che delle buone ipe-lazzate . Pure s’impadroftirono della Città d’Augufla , e andarono poi pel reflo dell’Anno facendo altre picciole fazioni, che non importa riferire, fe non che tornarono gli Spagnuoii ad impofTeffarfi della Torre del Faro, e per una tempella perderono fette de’lor Vafcelli. Intanto fra i Meffinefi e Franzefì cominciò a feorgerfi poca intelligenza: il che accrebbe a gli Spagnuoii la fperanza di vincere in breve quella pugna. Gran guerra fu in quell’ Anno in Germania e Fiandra fra i Collegati dall’una parte, e i Franzefì dall’altra. Non mancarono auedj , battaglie, e barbarici faccheggi di paefe. Il celebre Marefciallo di Francia Arrigo della. Torre d’Auvergne , Vijconte di Tur rena , colpito da una palla di cannone vi lafciò la vita nel dì 27. di Luglio, effendo mancato in lui uno de’più infigni Capitani dei Secolo prefente. Carlo /ir. Duca di Lorena , ma Duca folo di nome, perchè in mano de’Franze-iì era il fuo Ducato, fi acquiilò anch’egli gran nome colla prefa di Tré-viri, facendo quivi prigione il Marefcidllo Franzefe Duca di Crequì-, ma poco fopraviife egli a queila gloria, eifendo mancato di vita nel dì 17. ai Settembre. Ne’fuoi diritti e titoli fuccedetre Carlo V. fuo Nipote, che col fuo valore maggiormente illuilrò la nobilifiima fua Cafa, Anno