Anno MDCXXVII. 9, tifica zi oni, la faceano rifpettare fin da gli AeiTì Tuoi Monarchi. Ma ciò non trattenne l’induftriofo Cardinale di Richelieu dal perfuaderne l’afledio al Re Lodovico: afledio , che riufcì poi famofo anche ai Secoli avvenire. Avendo in quefti tempi 1'Arciduca Leopoldo d’Auftria Fratello dell’ Imperador Ferdinando rinunziatial Nipote Guglielmo i Vef-covati d'Argentina e Paffavia per voglia di maritarti , venne a Roma, trattò e conchiul'e il matrimonio con Claudia de Medici, che di fopra dicemmo rimafta Vedova del Principe d’Urbino. La condufie ad Infpruch, dove per più giorni furono fatte magnifiche fefte. Pofcia a dì 21. di Novembre Eleonora Gonzaga Moglie dell’ Augufto Ferdinando folenne-mente in Praga ricevette la Corona di Boemia . Alcuni giorni dopo anche Ferdinando 111. Figlio del regnante Imperadore , già coronato Re d’Ungheria, aggiunfe anch’egli con gran pompa a quella Corona l’altra jd’effo Regno Boemico. Lagrimevole fpettacolo all’incontro vide la Puglia in queft’Anno , perchè nel dì 30. di Luglio un terti-bil Tremuoto diroccò la Città di San Severo con altri non pochi Luoghi circonvicini, e fi fece conto, che in quelle rovine perlifero dici-iette mila perfone : duriffima penfione , a cui fono di tanto in tanto fughette le deliziofe Provincie del Regno di Napoli per tanto zolfo chiu-ìo nelle vifcere loro . Quando pur fi lufingava la Lombardia di godere ifrutti della Pace già ftabilita , per le mifere umane vicende fi vide nafcere un femina-rio di nuove guerre, che fi traflero dietro un diluvio di fangue e di calamità maggiori delle pafTate. Era declinata dall’antico luflro delle Virtù la potente e nobil Cafa Gonzaga, Signora di Mantova e del Monferrato ; perciocché dimentica dell’antico vàlore e della faviezza , s’era abbandonata al luffo e alla diffolutezza, di modo che i finti Matrimoni , e i veri frequenti ftupri & adulterj , e gli eccelli della gola , erano divenuti alla moda in quella Corte. Di qui poi provennero i ga-ftighi ordinarj dell’ intemperanza, cioè le indifpofizioni di corpo, la vita corta , e la iterilità de’Matrimonj. Ferdinando Duca di Mantova, che nel precedente Anno affai giovine terminò i fuoi giorni, dopo aver menata una vita troppo fregolata, oppreffo dalla pinguedine, niun Suc-ceffore avea lafciato. Vi reftava Don Vincenzo fuo Fratello , nato nel 1594. il quale per tempo datoli anch’egli in preda a’piaceri, punto non inclinava allo flato Clericale . Contuttociò Ferdinando gli avea procacciata la Porpora Cardinalizia , ma fenza mai poterlo indurre a paffare a Roma, per prendere il Cappello , e per fiffar ivi la fua abitazione. Soggiornando Vincenzo nella Terra di Gazzuolo, s’invaghì d’Ifabella Vedova di Ferrante Gonzaga Principe di Bozzolo, Donna di fin-