Anno MDCXCII. 5S5 te ragioni della DucheiTa Tua Conforte, Figlia dell’ultimo Duca di Gua-ilalla, quando per le Invefliture Cefaree era chiamato a quel Feudo il Cugino d’effo defunto Duca, cioè Don Vincenzo Gonzaga, il quale a nome del Re di Spagna avea governata la Sicilia . Affilato egli dalle milizie Spagnuole e Tedet'che* improvvifamente fu meiTo in pof-felfo di Guaftalla ; e datoii quindi a pretendere dal Duca di Mantova le rendite indebitamente percette per tanti anni addietro, col tempo ottenne, che gli foliero allegnate le due Terre di Luzzara e Reggi-uolo co i lor fertili territori. Così portavaia giuftizia; ma in cuore del Duca di Mantova reltò tanta amarezza, che ne’ tempi fufleguenti, Siccome vedremo, prefe rifoluzioni tali, che il traffero all’ ultimo precipizio. Era già pervenuto all’anno trentèlimo terzo di fua età Francesco 11. d’Efie Duca di Modena, fenza che avelie peranche prefa la rifoluzion di accafariì. Fu creduto alieno dalle nozze, perchè bene fpeiTo languente per la fua debole compleffione, e molto più per la podagra e chiragra, fue familiari compagne . La verità nondimeno è, che il Principe Cefare d’ EJle , da cui era aiutato, ed anche più del dovere, al governo, gli llurbò rutti i trattati di maritaggio, per timore di fcapitare nelia fua privanza . Ma finalmente fposò egli nel dì 14. di Luglio del prefente Anno la Principeffa Margherita Farnefe, Figlia di Ranuccio 11. Duca di Parma, che condotta a Saffuolo fece poi la fua Solenne entrata in Modena nel dì nove di Novembre. Intanto commoflo da tenerezza il cuore del Pontefice Innocenzo XII. al mirare lo llato lagrimevole dell’ Italia per 1’oflinata guerra del Piemonte, e gli oppreffi e divorati Popoli dalle Smoderate contribuzioni e violenze di chi moiirava d’eifere calato di Germania per difendere da’Franzefì la libertà di quelle Provincie: raddoppiò le fue premure e i fuoi ufizj per tutte le Corti Cattoliche a fin di promuovere la Pace. Ma inutili furono anche per ora le fante fue intenzioni , e folamente ebbero effetto quelle, che da lui folo dipendevano pel buon regolamento e vantaggio di Roma, e della facra fua Corte. Con fua Bolla fuppreiTe varie Giudicature llraordinarie , che lì efercitavano per privilegio, e fervivano a prolongar le liti elefo-fifticherie con graviffimo danno di chi avea da litigare, rimettendo tutte le caufe ai confueti Giudici ordinar]. Giacché più non ferveva d’abitazione a i Romani Pontefici il vallo Palazzo del Laterano, determinò il fanto Padre di farne miglior ufo con formarne un Of-pizio a iPoveri Invalidi, e pensò tollo a provvederlo di rendite convenienti al bifogno. Sua intenzione Sulle prime fu di raccoglier ivi tutti gli llorpj , ciechi, ed inabili a lavorare, e di ievar da Roma Tomo XI. Z la mo-