Anno MDCXXXI. i 11 no, irritato per l’affare di Pinerolo. Gli convenne dunque^ ricorrere alla Repubblica Veneta , che vi ¡mandò, e lungamente ancora vi tenne una guernigion (ufficiente. All’incontro collo lteiTo infelice Duca tanto s’adoperarono gli accorti Franzefi con legreti maneggi, mettendogli fempre davanti 1’orgoglio e Pinfaziabilità de’Spagnuoli , cheglicava-rono di bocca l’affenfo di aflìcurar eglino con prefidio Cafale . Però aH’improvvilò comparvero colà alcuni Reggimenti di fanteria , e fei compagnie di cavalleria, che affunfero la guardia di quella Città , Camello, e Cittadella, alla barba del Governator di Milano, e della Corte di Spagna, che fecero per quefto mille fchiamazzi e doglianze con- \ tra del Richelieu , come di un gran traditore, ma fenza frutto. Reftò Pinerolo a i Franzeii in proprietà, Cafale in guardia. Non pochi declamarono allora contro il Duca di Savoia , per aver meffa la fua fovrani-tà in ceppi , ed efpofti i fuoi Stati alla Gallica ambizione -, ma gli altri Principi d’Italia fommamente fi rallegrarono di quell’avvenimento, per cui pareva contrapefata la Soverchia potenza de gli Autfriaci in Italia ; e reftava aperto il varco all’armi di Francia fecondo ilbifògno de’ loro intereffi. Giunto era all’età di ottantadue anni Francefco Maria Ducaà'\Jr-bino, e dimorava in Cartel Durante, attendendo a gli affari dell’anima fua , quando venne Dio a chiamarlo alTaltra vita. Mancò in lui la Famiglia della Rovere , che tanto s’era Segnalata nel valore dell’armi , nella protezion de’Letterati, e nel gin ilo e dolce governo de’ fuoi Popoli , che amaramente pianfero , e videro poi Scaduto Urbino e quello Srato dall’antica popolazione e magnificenza. Già dicemmo, che di quel Ducato avea dianzi preSo poffeffo la Camera Apoftolica. Ora maggiormente fe ne confolidò in lei il pieno dominio , fenza che fi fen-tiffe alcuna Softanziale oppofizione per quefto , Se non che avendo Ferdinando 11. Gran Duca di ToScana SpoSata in queft’Anno Vittoria, Nipote del defunto Duca, pretefe ed ottenne l’eredità di tutti i preziofi mobili ed allodiali di quella Cafa, ed alcune Cartella ancora, con titoli particolari acquiftate da que’Duchi : il che non pafsò fenza molte liti. Fu da alcuni Principi e da affaiffimi adulatori conhgliato ed iftigato Papa Urbano Vili, ad invertire di quel Ducato uno de’fuoi Nipoti; ma egli feppe vincere sè fteffo, e volle, che Se ne faceffe l’unione con lo Stato Ecclefiaftice. Seguirono in queft’Anno le nozze di Lrancefco I. dt E(le Duca di Modena colla Principejfa Maria Farnefe, Sorella d’ Odo-ardo Duca, di Parma. Nel dì poi 16. di Dicembre ebbe principio l’incendio del Monte Somma, o fia del VeSuvio, che fu uno de’più Spa-ventofi e memorabili, che mai abbia patito la Regai Città di Napoli. V in ter- \