Anno MDCLXìII. 151 in Montechiaro. A mifura delle parzialità fecondo il ioiito diverfamen* te fi vede dipinto quel fatto. Puoffi nondimeno accertare, che niuna parte ebbero i Chigi in tale emergente, e molto meno il povero Papa, che folametite la mattina feguente ne fu informato. Un mero fu-riofo ammutinamento de’Corfi ingiuriati, e conferite maltrattati da’ Franzefi , cagionò tutto il dilordine. Ora aveva già nel precedente A mio il Re Luigi XIV. fatto feguire al tuono delle fue minaccie il fulmine, con inviare fotto guardia di cinquanta mofchettieri il Nunzio Pontifizio Piccolomini fuori del Regno, fattolo accompagnare fino a i confini della Savoia, fenza permettergli di parlare fe non a’fuoi do-meftici. Si credette Papa Alejfandro VII. di dare una foddisfazione a i Franzefi con levare al Cardinale imperiali il grado di Governator di Roma, giacché la Corte di Francia imputava fpezialmente a lui, e a Don Mario Chigi la paffuta violenza, quafichè fatta d’ordine o confenfo loro, quando manifefto era, che dalla fola beilialità de’ Cor-fi era avvenuto tutto lo fconcerto. Ma perchè data fu ad effo Cardinale la Legazione della Marca, più Onorevole e fruttuofa del precedente fuo pollo , il Duca di Crequì prefe queilo per maggiore affronto, pretendendo, che in vece d’effere gaftigato il Porporato fuddetto, fof-fe anzi premiato. Eranfi interporti il Gran Duca Ferdinando II. i Veneziani , ed altri Principi, per trattare d’aggiuftamento, quando s’ingropparono nel negoziato le pretenfionì del Duca di Modena per le Vailidi Comacchio, e del Duca di Parma*per Caftro contro la Camera Apoilolica, foilenute dalla Francia, che rendevano Tempre più difficultofa la concordia . Laonde non fi volle più fermare in Italia il Duca di Crequì, e dalla Tofcana pafsò a Tolone, lafciando più che mai imbrogliate le carte. Intanto il Re Criftianiflìmo, per maggiormente battere la Corte di Roma, fatta nafcere fedizione nella Città d’ Avignone , mandò per sì proccurato pretefto le fue milizie ad impof-feffarfene , ficcome di tutto il Contado Venefino, fpettante alla Chie-fa Romana, sfoderando appreffo delle rancide, o per dir meglio delle aeree ragioni fopra quegli Stati. Fece anche decretare fui fine di Lugiio dal Senato d’Aix, che fi riunivano quegli Stati alla Provenza, come illegittimamente alienati una volta, quando erano trecento anni , che la Chiefa Romana li pofledeva . Nè ciò ballandogli, cominciò a far sfilare in Provenza alquanti Reggimenti di fanteria e cavalleria, e farli anche dopo non molto calare in Italia ad alloggiare ne’ Ducati di Modena e Parma, col pretello di difefa d’eflì Principi, ma con intenzione di atterrir la Coite di Roma, e di condurla a’fuoi voleri -, giacché non par credibile, che un Re, il quale al pari de fuoi