Anno MDCLXVIU. vaile mal foddisfatto , fé ne tornò in Italia . In luogo Tuo fecero i Veneziani venir di Francia il Mombrun Marchefc di Sant Andrea, di fetta Ugonotto, Capitano di grande iperienza nell’armi, benché in età di ottantanni. I Principi d’Italia, chi più, chi meno, contribuirono foccoriì alla Repubblica Veneta in sì urgente bifogno ; ma fpezialmen-te fi sbracciò per fovvenirli il Pontefice, che oltre all’avere per mezzo delle fue Lettere e de’fuoi Miai Uri commoffe tutte le Corti Cattoliche all’ aiuto di Candia , prefe al fuo foldo tre mila fanti agguerriti Tedefchi, a lui mandati dall' Imperadore fino alla Pontieba, e ordinò alle fue Galee , che colie Maltefi paffaffero in Levante. Venuta la Primavera, tornò con più gagliardia il Vifire a promuovere le offe-fe contro di Candia. Rifoluta era la Porta Ottomana di voler quella Città ad ogni colto . La grandezza del fuo imperio, e la vicinanza de gli Stati nulla di gente e d’altre provvifioni lafciava mancare al fuo campo. Contavanfi fra loro fchiere intere di Rinegati Criitiani; e i Mercatanti Inglefi ed Oliandeiì vendevano loro quanti Cannoni, Bombe , ed altri militari attrecci e munizioni occorrevano. Laddove la Repubblica Veneta confumata oramai dalle immeniè fomme , e in tanta lontananza, troppo inegualmente potea foddisfare al bifogno. Si sa, che i Turchi non risparmiano le vite de gli uomini, allorché preme al loro Sovrano 1’acquifto di qualche Piazza. Però un infernal carofello fi fece per tutto queft’ Anno ancora intorno a Candia. Incredibili furono gli sforzi di que*Barbari, non minore la bravura de’difenfori. Da gran tempo un fimile oftinato e fanguinofo affedio non s’ era veduto. Inlolita cofa parve in que’Mari una battaglia di mare efeguita dal Ca- I pitan Generale Francesco Morofino in tempo di notte, vegnente il dì nove di Marzo, contro i Legni Turchefchi. Conquiftò egli cinque Galee colia Capitana di Durach Bey, Corfaro famoio, che ivi perdè la vita; i prigioni afeefero a quattrocento dieci; gli fchiavi Criftiani liberati a mille e cento. Nel campo de gl’ Infedeli s’era già introdotta la Peite, e almeno ducento perfone ogni dì perivano ; pure foprave~ «endo fempre continui rinforzi, non ifeemava punto la lor potenza ; le,batterie de’ Cannoni, de’Mortari è bombe continuamente rifonavano ; e le mine e i fornelli fovente feoppiavano con large breccie ne’ baloardi, che venivano tolto riparate dall’ inefplicabil coraggio de gli affediati, che non celiavano di far fortite , inchiodar cannoni, e fpia-nar Trincee . Di niuno aiuto fervirono in queft’ Anno le Galee aufiliarie del Papa, di Malta, e di Napoli; perchè troppo tardi giunte, e piene di puntigli, ben prefto fe ne tornarono a i loro Porti. Ma fui principio di Nove m-