Anno M D C X X V I. s9 Anno 1623. Chi ne dille una cagione, e chi un’altra. Con gran co-/lanza il Duca Francefco Maria ricevette l’avvifo dal Vefcovo di Pe-faro, Città, dove l'uccedette la repentina morte del Figlio, e favia-mente repreffe gli empiti e violenti affetti della natura. Siccome di fo-pra dicemmo, la Corte di Roma, che llava attentiiììma a tutti i moti di quella d’Urbino, fapendo, ch’erano perla vecchiaia del Duca qua-ù ottuagenario feccate le iperanze d’alcuna fucceffione, cominciò per tempo a difporfi per raccogliere quel riguardevole Stato, che andava a decadere in lei. Ma perciocché Claudia de’ Medici Moglie del defunto Federigo Ubaldo era reftata gravida, e partorì pofcia una Fanciulla, a cui fu pollo il nome di Vittoria, i Veneziani, il gran Duca, e gli altri Principi d’Italia, avrebbono delìderato, che per mezzo di quella PrincipeiTa foffe ivi continuato quel Principato, affinchè non fi slar-gailero tanto le fimbrie della Chiefa . Ma effe n’era incapace fecondo le luveiliture : oltre di che le tante Bolle de’Papi contrarie all’infeudare Stati cofpicui, non lafciarono luogo a cotal progetto. Oltre a ciò, per quanto folle propoilo al Pontefice Urbano Vili, di far cadere quello pezzo d’Italia in uno de’fuoi Nipoti, e gli Spagnuoli ileifi fi glo-riaffero d’effere promotori di un tal conlìglio, pure il Papa lì difefe fem-pre da fomigìianti Sirene. Fu dunque con follecitudine fpedito da ef-fo Papa ad Urbino il novello Arcivefcovo Santorio , che cominciò ad ingerirli in faccende di Stato , e a volerla fare da Soprintendente: del che fi riputò molto offefo il vecchio Duca ; e perciò fdegnato inviò la Nipote Vittoria ad allevarli nella Corte di Tofcana ; e tanto più perchè bramava di darla poi in Moglie al giovinetto Gran Duca Ferdinando 11. Rinforzò egli anche di guernigioni Tofcane le fue principali Piazze . Ma di ciò ingelofito il Papa, quafichè fi tramafle di far pattare quel Ducato nella Caia de’ Medici, inviò anch’ egli truppe a i confini della Tofcana ed’Urbino. Ceffati poi que’primi rumori, fi mife mano alla quin-t,effenza della deilrezza ed eloquenza Romana, per indurre il Duca a rinunziare con Donazione inter vivos il fuo Ducato alla Chiefa, a fine di rifparmiar le diffenfioni, ed ogni pericolo di guerra , che poteffe fufcitarfi dall’invidia e malizia altrui . Era il Duca Francefco Maria Principe di grande intelligenza , prudente , amico de’Letterati ( pregio, di cui fi gloriarono anche 1’Avolo e il Padre fuo, benigno , affabile, e in lui concorreva la gloria primaria de' veri Principi, perchè Padre de’ fuoi Popoli, non di nome, ma di fatti, ed am ito egualmente in ricom-penfa da gli ileffi Popoli. La fola confiderazione di efentar da ogni vef-iàzione e rifchio i cari Sudditi fuoi, quella fu, cheprevalfe in fuo cuore : laonde fi riduffe nell’Anno preferite a rinunziar quegli Stati al Sommo