Annali d’ Italia; pallata col Sangue non già l’affabilità e il tratto obbligante, ma bensì l’inarrivabil intelligenza e fagacirà del Duca Carlo Emmanuele fuo Padre, temperata nondimeno da più moderati penììeri e defiderj , effen-dofi creduto effetto della Ringoiar Sua Saviezza, l’efferfi attaccato a’Fran-zefi, perchè non potea di meno , ma con regolare in tal guiSa le coSe, che non ne reftaffero atterrati gli Spagnuoli, de’quali potea abbisognare contro le violenze de’medeiimi FranzeSi. Non è a me permeilo di maggiormente ftendermi nel di lui elogio. RiuScì l’inopportuna Sua morte in mezzo a tanti turbini di guerra un colpo funeftilfitno alla Reai Sua Cafa, e a tutti i Sudditi Suoi. Imperciocché reftarono di lui due Figli mafchi, cioè Francefco Giacinto , nato nel Settembre del 1632. e Carlo Emmanuele , nato nel Giugno del 1634. oltre a due Principeffe, cioè Luigia Maria , e Margherita Violante. Erano tutti in età pupillare ; ed effendo Succeduto nel Ducato il primo dei MaSchi, preSe la tutela di tutta quella tenera prole la Vedova Duchejfa Crijlina, Sorella del regnante allora Lodovico XIII. Re di Francia. Trovossi quella Saggia Principeffa ben prefto in un pericoloSo labirinto , per avere nemici fieri gli Spagnuoli, amici poco fedeli i Fran-zefi . E ad accreScere le anguStie Sue da lì a poco Scoppiarono le pre-tenfioni de’ Fratelli del defunto Duca, cioè del Cardinal Maurizio, e del Principe Tommafo . MoiTi amendue quelli Principi dalla Politica Spagnuoia , e infieme dalla propria Ambizione , intendevano di venire in Piemonte collo SpezioSo titolo di aflìrtere alla Ducheffa in tempi sì turbolenti per l’indennità de’Nipoti; e le cominciarono a perfuadere , che fi guardaffe da’Franzeiì, ne’quali più potea l’intereffe proprio, che la Regia parentela. Ma perciocché amendue Seguitavano il partito Au-ftriaco , il Cardinale in Roma, e il Principe Tommafo in Fiandra: fi mo-itrò rifoluta la Ducheffa di non volerli in Piemonte ; e intanto fi raccomandava alla Corte di Francia, perchè fi veniffe ad un armistizio , a fine di levarli di doffo la guerra troppo minacciante i Suoi Stati. Ma il Cardinale di Richelieu, che riguardava per molto utile alle Sue idee la contitiuazion di quello incendio in Italia, altro non rifpondeva, che belle promeffe e Sparate della Regai potente protezione per gl’inrereS-fi della Ducheffa e de’Suoi Figli. Per quanto poi Su detto, appena cef-sò di vivere il Duca Vittorio Amedeo, che Saltò in capo all’Emery Ambafciatore di Francia in Piemonte di Sorprendere non Solamente Vercelli, ma anche la fteffa Ducheffa co’Principini, a titolo di afficu-rarfi delia CaSa di Savoia e di quello Stato, Sperando, che cotale ingiuriosa violenza poteffe effere non diSapprovata , anzi gradita dal Mi-niflero di Francia. Ma Scopertali la mena ( Se pur non fu un mero fof pet-