Anno MDCXXV. 85 Al Pontefice Urbano Vili, fommamente difpiacevano quefte fu-nefte brighe in Italia* laonde per troncarne il corfo, e maflimamente per impedire, fé era poflìbile , che non veniffero ad un’aperta rottura le Corone di Francia e di Spagna, determinò d’inviare a Parigi una maeftofa Legazione* e fu fcelto per eiTa il Cardinal Francefco Barberini fuo Nipote, affai giovane di età, ma non di fenno, ed anche ailiftito da’Prelati veterani nelle faccende del Mondo. Giunto egli colà nel Mele di Maggio, rinovò i rifentimenri per l’affronto fatto all’armi della Chiefa nella Valtellina, chiedendone il lifarcimento* propofe una fefpenfion d’armi in Italia, e a tutto fuo potere feminò configli di pace. Finezze e dimoffrazioni di ftima non mancarono al Legato* ma per conto de fuoi negoziati fi trovò egli tanto inviluppato da gli artifizj di quella Corte, che finalmente fui fine dell’Anno veggendo andarvi del fuo decoro nel continuare in sì difutile impiego, fi partì da Parigi, e tornoffene poco contento a Roma. Difguftato per quefto il Pontefice, parve difpofto a volere far pruova della fua bravura nell’Anno feguen-te, con affoldare in farti fei mila fanti e cinquecento cavalli per rientrare nella Valtellina. Poca durata ebbe poi quefto fuoco, tra perchè s’intrecciarono varj privati dilegui dell’ingrandimento della propria Ca-fa, e perch’egli penetrò, liccome diremo, gli occulti maneggi delle due Corone, per venire lenza di lui alla concordia. Profperarono cotanto in quell’Anno non meno in Ungheria, che in Germania gli affari di Ferdinando li. Imperadore, che ottenne di far coronare Re d’Ungheria il fuo Figlio Ferdinando III. Anno di Cristo mdcxxvi. Indizione ix. di Urbano Vili. Papa 4. di Ferdinando II. Imperadore 8. SI aspettava ognuno, che più fiera che mai fi riaccendeffe la guerra nell’Anno prefente in Italia, da che fi vide inviato a Parigi il Principe di Piemonte dal Duca Carlo Emmanuele fuo Padre a far ilian-za per un più potente armamento* e molto più da che fi feppe, che allo ftefi'o Principe era ftato conferito il titolo di Generale dell’armi della Francia in Italia, lènza dover dipendere dal Conteftabile, o da altri pedanti nelle imprefe militari. A maggiormente ancora accrefcere nel Mefe di Marzo quefto timore fervi l’arrivo in Lombardia di Torquato Conti Duca di Guadagnolo, Figlio del Duca di Poli, con lèi mila fanti e iècento cavalli ftipendiati dal Papa, con ordine di accoppiarfi Tomo XI. F 3 con