Annali d’ Italia! l’imporre tutto dì gravezze a 1 Napoletani, e fino il rispettar poco gli ileflì ordini della Corte di Spagna erano i frutti del Tuo bizzarro ingegno. Sopra tutto ardeva egli di fdegno e d’odio contro la Repubblica Veneta, non fapendo {offerire, eh’effa faceffe la padrona dell’ Adriatico , attizzando perciò gli altri Miniffri della Corona a i danni de’Veneti. Sapevafi, ch’egli faceva fabbricar nuovi Legni, e ne procacciava de gli altri dall’Inghilterra, con far correre voce di volerla contro i Turchi: il che obbligò la Repubblica ad aumentar le fue forze di mare. Si venne intanto a fcopri're in Venezia una terribil Congiura, di cui comunemente fu creduto autore il fuddetto Offuna, iìccome per-fonaggio capace di ilrani difegni. Trattavafi di dar fuoco all’ Arfena-le, e a varie parti della Città, di pettardare e fpogliare la Zecca, e il Teforo di San Marco, d’uccidere i principali Senatori della Repubblica , e di occupare i pofti principali di Venezia. A quefto fine s’era-no introdotte fotto varj pretelli in quella Città molti Spagnuoli e Fran-zefi, comperati per sì orribil attentato , e regolati da chi fe l’intendeva coll’Ambafciatore di Spagna Marchefe di Belmar. Doveano comparir Legni armati, i quali s impadroniffero de’ Porti e della Laguna, con accorrere dipoi i valcelli grollì del Regno di Napoli, ed acerefcere la confusone ne’Luoghi marittimi del Friuli, e fpignere foldateiche entro la Città di Venezia. Tali erano le voci, e relazioni, che corfero allora di sì inumana imprefa ; e il Nani, ed altri , e fpezialmente il Signore di San Reai, deferivono tutta l’orditura di quefta macchina iniqua colle più minute circoftanze , come fe aveffero avuto fotro gli occhi tutto il Proceffo : il che , come fuffilla , non fi può intendere , al fa-pere, che i faggi Veneti tennero fotto rigorofo filenzio gliefami fatti in quefta congiuntura, nè fecero minimo motto per incolpar l’Offuna, ed ammifero in Contìglio 1’Ambafciatore Spagnuolo fenza lor menoma doglianza o parola di sì orrido fatto . Però non fono mancati Scrittori, che han tenuta per finta tutta quella pretefa cofpirazione, e intorno a ciò maffimamente fi può vedere quanto ne lafciò fcritto Vittorio Siri nelle fue Memorie recondite; effendo fembrato ad effi, che non po-teffe mai cadere in mente fe non di perfone affatto mentecatte il dife-gno di prendere Venezia, Città di sì gran popolazione, e divifa da tanti canali, e con un’Armata navale all’ordine, più potente di quella dell’Offuna ; oltre alla Pietà del Re Cattolico Filippo III. il quale non è mai credibile, che poteffe confentire a sì nera e deteftabil vendetta. In quelle tenebre altro a me non rella da dire, fe non una verità ben certa; cioè, che non so quanti Spagnuoli e Franzefi tanto in Venezia , che nelle milizie della Veneta Repubblica furono prefi, e par-* te im-