i8i Annali d’ Italia. ta contro la Porta Ottomana, e guerra memorabile per la .varietà delle azioni, delle battaglie, e de gli afliedj, e quantunque infelice nell1 elito, pure Tempre gloriofa al nome Veneto. Fu erta defcritta dal Conte Gualdo Priorato, dal Senatore Andrea Valiero, da Girolamo Bru-foni, da Vittorio Siri, da AleiTandro Maria Vianoli, e da altri in Lingua Volgare, ed ultimamente anche in terfo Latino dalla felice penna del Signor Giovanni Graziani pubblico Lettore nell’Univerlità di Padova. Anno di Cristo mdcxlvi. Indizione xiv. di Innocenzo X. Papa 3. di Ferdinando Ili. Imperadore 10. AVea, iiccome dicemmo, il M archefe di Vellada fui fine dell’Anno precedente meiTo l’aifedio a Vigevano, rifoluto di ricuperar- lo dalle mani de’Franzeli. La Città iì arrendè torto, e però tutti gli sforzili rivolfero contro la Rocca, dove s’era ritirato tutto il preludio . La rtagione cattiva e le rtrade fangofe non permifero al Principe Tommafo di recarle foccorfo : laonde nel dì 16. di Gennaio dell’An-no prefente i difenfori con patti onorevoli ne accordarono la refa. Ne fu ben lieta la Città di Milano. Eifendo poi flato richiamato in Ifpa-gna erto Vellada, a lui fuccedette nel governo dello Stato di Milano il Contejìabile di Cajìiglia , il quale trovandoli fcarfo di forze, nulla di rilevante potè operare in quelF Anno , fe non che fui principio d’A-gofto fece un’irruzione verfo la Città d’Acqui , e con poche cannonate fe ne impadronì. PafTato di là fotto il Cartello di Ponzone , colle artiglierie e colle mine nel dì 17. d’erto Mele lo coftrinfe alla refa . Niun’altra bravura di lui fi conta fotto il prefente Anno. Quello, che più diede da difcorrere in quefti tempi all’Italia, fu un infolito preparamento di un’ Armata fatta da’Franzeli in Tolone . Coniifteva in tren-tafei Vafcelli da guerra, venti Gallee, diciotto barche incendiarie, più di cento Tartane, ed altri Legni da carico. Circa fei mila fanti da sbarco v’ erano fopra, e per terra doveano ertere fecondate le Navi da altri aiuti. Erali invogliatoli Cardinal Malanno ài far meglio cono-fcere a gl’italiani la potenza della Francia, con ifperanza di far con-quifte nelle Maremme di Siena, dove gli Spagnuoli polfedevano alcune Fortezze. Più in là ancora tendevano le ben alte mire lue, cioè nel Regno di Napoli, dove il Principe Tommafo di Savoia nudriva delle intelligenze . Il Cardinale 1’ avea già fatto Re di Napoli; la portanza Spagnuola in Italia paffava oramai in fua mente per interamente abbaiai-