Anno MDCXXIX. Quanto al Marchefe Spinola Governator di Milano , ficcome per-fona provveduta al pari di valore, che di fenno, avea de i motivi d inclinar più alla pace , che alla guerra ; e però abboccatoi! con Mon-(ìgnor Panciroli Nunzio del Papa, per mezzo di lui fece proporre al Duca di Mantova ripieghi di fofpenfion d’armi , di (ommeflìoni, e di qualche depofito,che tornaffe in onore di fua Maeftà Celarea . Ma nè il Duca fi accomodava a cedere Piazze; e quand’anche il moflra-va difpoflo a far qualche paflo , il Collabo fi opponeva, per non aver Mandato a far Trattati di Pace odi Tregua. In quello negoziato fu adoperato dal Nunzio Pontifizio Giulio Malanno, che in bailo flato cominciò allora il noviziato della fua fortuna. Perdute dunque le iperan-ze di qualche accoido, lo Spinola, cheavearaunato un efercito di quali fedici mila fanti , e quattro mila cavalli, mandato avanti Don Filippo fuo Figlio, ch’entrò nel Monferrato , camion fu , che i Franzefi , fpar-pagliati per quelle Terre , fi riduilero a Cafale . Occupò Acqui, Nizza della Paglia, Ponzone , e fuccefììvamente l’altre Terre, già prefe e poi abbandonate da Don Gonzalez di Cordova fuo PredeceiTore , e quivi diflribuì le fue milizie a quartieri ; giacché per la vicinanza del verno non gli parea quello tempo proprio per imprendere 1’ aiìc-dio di Cafale , dove era baflevol guernigione di Franzefi. Il Collalto anch’ egli, efiendo venuto il freddo , e crefciuti gli enormi fanghi intorno a Mantova , che troppo difficultavano le azioni, e il trafporto de’viveri, per mezzo dell’accorto ed eloquente Mazzarino indufle il Duca Carlo verfo le fefle di Natale ad una Tregua di dieci giorni, durante la quale ritirò le fue artiglierie, e andò a diflribuir le fue truppe in Luoghi più lontani, tenendo folamenre bloccata la Città. Dopo di che il Duca di Mantova ricuperò Curtone , Marnino- lo, e qualch’ altro picciolo Luogo. Andava innanzi e indietro il fuddetto Mazzarino , proponendo a nome del Papa temperamenti, per terminare amichevolmente sì gran pendenza; e il Duca con Lettera dimandante perdono, e col condifcendere ad ammettere qualche prefidio Cefareo, avrebbe potuto ottener dailTmpetadore molta indulgenza, ed efimere sé fi e fio e le cofefue da un gran precipizio. Ma lufingato di foverchio dalla fidanza nella protezion de’Franzefi e Veneziani, mai non feppe rifolverfi ad accomodarti alla prefente avver-fa fortuna. In quefli tempi Francesco 1. Duca di Modena, prefidiò la Mirandola , ed altrettanto fece Ódoardo Farnefe Duca di Parma di Sabioneta, affinchè i Tedefchi non metteffero piade in quelle due Fortezze . E qui fi vuole avvertire , che ben l'uccedette al Duca Cefare il Prin- G 4 ciPe