Anno M D C X X X V I I I; i47 nova. Rimafero anche malconci i Franzefi per la ilrage fatta dalla mofchetteria nemica, effendovi perito lo lleffo lor Generale, e ciò non ©liante il attribuirono, e con ragione, la vittoria . Ma altro incomparabilmente maggior motivo di tripudiare ebbe in quell’Anno la Francia; perciocché dopo più di venti anni di llerilità della Regina Anna cL' A ujlria , Sorella del Redi Spagna e Moglie del Re Lodovico XIIL ( alla qual difgrazia aveano forle contribuito non poco le illecite amicizie del Re Conforte, e le cabbaie del Cardinale di Richelieu ) fi videro in fine frutti del fuo Matrimonio . Per accidente impenfato accoppiatali effa Regina col Re verfo la metà di Dicembre del precedente Anno 1637. a Grobois, concepì un Delfine, che venne alla luce nel dì quinto di Settembre del prefente Anno , e fu poi glorioliilìmo Re di Francia col nome di Luigi XIV. Abbiamo 1’ atte-ilato del celebre Ugon Grozio, Ambafciatore allora di Svezia in Parigi , che quello Monarca nacque con due denti, avendo egli perciò fcritto : Caveant vicini a mordacuate hujus Principisi che ben lì avverò. E’fcritto , che anche il rinomato Cardinal Macerino ufcì dal ventre materno con due denti già formati. Nè li vuol tacere, che col tempo , cioè allorché la felicità del medeiìmo Cardinal Mazzarino, e la fua in-triniìchezza nel fervigio d’effa Regina , fufcitarongli l’invidia e la malevolenza d’infinite perfone, faltò fuori e prefe piede per tutti i Regni Criiliani un’ingiuriofa e abbominevol diceria, cioè che elio Mazzarino avelie fupplito alle mancanze del Re Lodovico XIII. per arricchir la Francia di un fofpirato Delfino. Quella infame calunnia fu chiaramente poi llrozzata dalla penna di Gregorio Leti, facendo egli toccar con mano, che Giulio Mazzarino molti mefi prima era partito di Francia, e trovavafi in Roma, allorché avvenne il concepimento di Luigi XIV. La nafcita di quello Principe diede impulfo a grandiffime felle, e portò feco importanti conseguenze pel Regno di Francia . All* incontro una lagrimevol calamità accadde in quell’Anno alla Calabria a cagion d’ un fieriflìmo Tremuoto, accaduto nel dì 27. di Marzo, dove Cofenza, Stigliano, e più di cinquanta Luoghi rimafero affatto atterrati; più di cento divennero inabitabili ; e vi lì contarono più di dodici mila perfone ellinte . Fra gli altri Luoghi la Città di Policallro vide a terra il Vefcovato , e tutte le Chiefe e Moniíleri; niuna cafa vi rellò in piedi, e perirono mille e ducente abitanti, fra’quali il Duca d’Acquino , Padrone d’effa Città. Seppellita fra le rovine la Principeffa fua Moglie, gravida di più meli, fu ritrovata viva e falva con una fua Figliuola . Erano entrati nell’ Adriatico i Corfàri Algerini e Tuneiin 1 con forte fquadra di Galeotte, e gran timore vi fu, che mira/Tero a K 2 fva"