Annali d’ Italia: no Pontefice, con patto e fpretto fra gii altri, che non fi potettero met* tere in avvenire nuovi aggravj a que’Popoli, e riferbandoa se mi Ite rendite, e il far grazie anche da lì innanzi. Ritiroffi pertanto a Cartel Durante, Terra, che da Urbano Vili, fu poi dichiarata Città coi nome di Urbania; e in querto mentre venne il Cardinale Beriingieri GeJJì a prendere a nome del Papa il porteffo di quel Ducato , che abbraccia le Città di Urbino, Pefaro , Gubbio , Sinigaglia , FoiTombrone , San Leo, Cagli, e la fuddetta Urbania , con trecento Terre e Cartella , fituate in paefe deliziofo ed ameno benché montuofo : accreicimento ben riguardevole alla Signoria della Chiefa Romana. Cento mila feudi furono torto sborfati dal Cardinale al Duca per le artiglierie , armi, e munizioni delle Fortezze. Dopo querto eroico atto fopraviffe il Duca fino all’Anno 1636. nè gli mancarono occafionidi pentirli più volte della'prefa rifoluzione, a cagion de gli amari bocconi, che gli fecero inghiottire i Miniftri della Camera Apostolica. Anzi ( convien pur dir- lo ) appena aveva egli fpedita perfona a Roma col Mandato della Rinunzia , che fe ne pentì, e fpedì torto ordine, che nulla fe ne facef-Se.Ma il Mandatario, a cui premeva di guadagnarfi la grazia del Sole nafeente , occultò l’ordine, e fece prontamente la Rinunzia, eh’ebbe il fuo effetto. Anno di Cristo mdcxxvii. Indizione x. di Urbano Vili. Papa 5. di Ferdinando li. Imperadore Dappoiché’ colla Pace di Monfone fu porto fine alle perniciofe controverfie della Valtellina, e del Duca di Savoia co’Genovefi, tornò la quiete in Italia, e Solamente fi leggevano con piacere, benché con difparità di genj, le guerre della Germania , e i progredì e le- ’vittorie èImperadore Ferdinando 11. debellatore di tutti i fuoi nemici. Comincio anche a recare un dolce divertimento a i curioix Novellisti l’attedio della Rocella, a cui diedero in quert’Anno principio Tarmi del Re CriStianillìmo Lodovico XIII. dopo aver cacciati gl’Inglefi con loro gran danno da que’contorni. Vantavafi la Rocella d’effere come la Metropoli e l’afilo de’ malcontenti del Regno di Francia, e come Capo della Repubblica de gli Ugonotti, fparfi per tutto quel Regno; nè fi moitrava bene Spetto dipendente in parte alcuna dall’autorità Regale. L’ettere quella Città creduta inefpugnabile per la fua iìtuazione folle colte dell?Oceano, e per le tante lue fortifica-