Anno MDCXVII. ,, accorti colà ne lanciarono efpofta un’altra al tentativo della cavalleria Franzeie, la quale meiib piede a terra, fi arrampicò fui muro. Prefa fu la Terra, e tutta meda a lacco, ed anche ufata crudeltà contro le vite de i difenfori. Vennero d’ordine del Duca fmantellate le mura, a fine di reftar libero da quello llecco su gli occhi, venendo il calo della reltituzione . Nella Città d'Alba poche munizioni, Icario preiìdio li trovava. Vi fu inviato dal Duca il Conte Guido di San Giorgio con (ufficiente corpo di fanteria, cavalleria, ed artiglieria a vilitarla. Giacché il Governator di Milano fi guardava dal mettere in pericolo i fuoi, nè volle (occorrerla, dopo dodici dì d’attedio venne eflà Città all’ubbidienza del Duca, il quale s’impadronì anche di Montiglio, Terra, che infelicemente anch’ella andò a facco. In un bell’auge erano già gli affari del Duca, quando pel tanto pontare della Regina Maria Madre del Re Criltianiffimo, ben affetta a gli Spagnuoli e alla Cafa Gonzaga, Lesdiguieres, per timore di perdere il Governo del Delfinato, le ne tornò di là da’monti con grave difpiacere del Duca: le non che da lì a poco tempo, riforfero le fpe-ranze fue per le mutazioni avvenute in Franci*. Trovavafi pel favore della Regina luddetta falito sì alto il Concino Fiorentino, che occupava tutta la confidenza di lei e del giovinetto Re Lodovico XIJI. dipendente tuttavia da i voleri della Madre. Era collui conofciuto fola-mente col nome di Marefciallo d’Ancre, a cui l’invidia per l’eccedente fua fortuna avea tirato addofio l’odio di quali tutti i Principi, disgusti del governo della Regina, fino a rivoltarfi conerà del mcdefimo • Re. Ma finalmente avvertito effo Monarca, onde procedeffero tanti torbidi e dilordini, ordinò, che l’Ancre forte fatto prigione. Perch’egli volle difenderli ( così fu dato a credere al Re ) una delle Guardie l’uccife, e contro il cadavero di lui infierì dipoi la plebe Parigina. Colla morte di coftui tornò la quiete nel Regno, i Principi fol-levati dimandarono perdono, ed ottennero grazia; e la Regina Madre fu mandata a Blois in ripofo. Vittorio Siri fra gl’italiani, ed alcuni ancora de gli Scrittori Franzelì, non han lalciato fetiza apologia la memoria dell’Ancre, confeflandolo immeritevole di un sì lagrimevol fine. Sperò allora il Duca Carlo Emmanuele d’effere meglio affittito. Ma intanto Don Pietro di Toledo Governator di Milano sì groffi rinforzi avea ricevuto dalla Fiandra, e da Don Pietro di Girona Duca d’OlTuna Viceré di Napoli, che fu creduto afcendere l’elercito fuo adunato a venti mila fanti, e cinque mila e cinquecento cavalli, tu parere di un faggio fperimentato Capitano, che per cogliere nel vero fi avefle ordinariamente a detrarre quali un terzo del decantato nu- D i xner0