ì $ 6 Annali d’ Italia; di alcuni polli, e fpezialmente di quello de’Cappuccini, nel dì 16. diftribuì il i’uo campo intorno a quella Città . Memorabile riufcì quell’ iiffedio, sì perchè il Prìncipe Tommajo dalla Città andò facendo varie fortite, ora favorevoli ed ora fiuiftre , ficcome ancora il prefidio Franzefe della Cittadella contro la Città ; e sì ancora perche il Le-ganes venne aneli egli a mettere il campo in quelle vicinanze; per-locchè feguirono altre non poche azioni militari, che io mi difpemò dal riferire. Faceano gli urne gli altri delle continue fcorrerie , per difficultare il trafporto de’ viveri -, ma in fine sì forte circonvallazione fece F Arcourt, che rendè inutile ogni tentativo de’nemici , per introdurre foccorfi nella Città di Torino. Lentamente procedeva in tutti i fuoi andamenti il Leganes, faldo nella mafììma di nulla azzardare, e ritiroffi a Chieri. Pure fpronato dal bifogno della Città, e dalla nuova di un vicino rinforzo , che veniva di Francia all’Arcourt, nel dì undici di Luglio tentò d’introdurre gente, munizioni, e vettovaglie in Tonno. Andò poco felicemente l’imprefa, quantunque penetraiTero in quella Città mille fanti. All’incontro nel dì feguente 12. di Luglio fenz;> impedimento da Pi-nerolo pervenne al campo Franzefe un foccorfo di lei mila fanti e di mille cavalli con gran copia di vettovaglie. Scarfeggiava forte il Principe Tommafo di polve da fuoco; e perchè niuna comunicazione rellava fra lui e il Leganes, trovata fu l’invenzione di gittare dalCam- 5)0 , cioè da un porto più vicino alla Città entro la m^defima delle 3ombe, ciafcuna delle quali conteneva dieci libre di polve. Altri kri-vono, che dalla Città fi cominciò a fpigneie al campo del Leganes palle di ferro, che contenevano nel concavo loro feno le occorrenti Lettere; il perchè quello era chiamato il Cannone corriere ; e che da ciò imparò il Campo a far volare nella Città altre palle maggiori cariche di polve , e di fale . L’inventore di quelle palle, alle quali precedeva un fegno col fumo, dicono edere (lato Franceico ZignomBer-gamafeo . Fu eziandio notato come cofa rara, che in una delle for-tue de gli aifediati rertò anche uccifa, per non volerli rendere, una Donna Tedefca , la quale crefciuta ed allevata fra le foldatefche in abito virile, avea finquì fatte molte prodezze, ed era pervenuta pel fuo valore al grado di Capitano di Cavalleria, chiamata volgarmente per burla il Capitan Barbone., altri dicono il Capitan Cappone , perchè a guifa de’ callrati non avea barba . Menava feco quello femmineo Capitano una Donna, fingendola fua Moglie , dameggiava per la Città, e ne’ cimenti er3 de'più arrifehiati. A quella leena fece ella fine col morire da brava, e fu poi nello fpoglio riconofciuta per