Anno MDCXXXIX. Mr facilità accori! in quelle partii Franzeiì, ricuperarono Saluzzo , Raco-rugi, Carignano, e Follano, ufcendo le genti incontro a chi veniva con più forze, per dentarli dal loro furore. Sicché fu obbligato il Cardinal Maurizio a ritirarli in Cuneo, Piazza anche allora la più forte di que’contorni. Impadronitoli dipoi il Lungavilla di Mondovì, quivi fece piazza di armi, e in quello mentre i Marchelì Villa, e di Pianezza per forza elpugnarono il Cartello di Bene, tagliando a pezzi la maggior parte del prelìdio Spagnuolo. Sarebbe anche fuggito di Cuneo il Cardinal Maurizio, perchè era paffuto ad affediarlo il Lungavilla, fe non averte avuta conofcenza d’un gran tentativo, che era per fare il Principe Tommafo. Quelli in fatti avendo oflèrvato divili in tante Piazze 1 Franzeiì, e tenendo intelligenze fegrete con molti Cittadini di Torino, e con qualche Ufiziale ancora de gli Svizzeri, che quivi erano di prelìdio, marciò improvvifamente a quella volta con un buon nerbo di fanteria e cavalleria, e con provvilìone di fcale e pet-tardi. Nella notte precedente al dì 27. di Luglio diede da più partii’ aflalto, e gli riufcì d’entrarvi, fpezialmente afliltito da Don Maurizio di Savoia fuo Fratello naturale. Madama Reale Criflina, avuto appena tempo di raccogliere le lue gioie ed alcune carte , intrepidamente lì ritirò nella Cittadella colle principali fue Dame e Minillri. Pre fentaronlì la mattina feguente i Cittadini al Principe, che gli alficurò da ogni violenza, e- diede torto gli ordini , perchè fi alzarti? terreno contro la Cittadella. Entrò in erta Città anche il Marchefe di Leganes, con reltar intanto molto dubbiofe le cofe ; perchè non avendo pen-fato, o olato gli Spagnuoli di affalir per di fuori la Cittadella, nè di formarvi la circonvallazione, reftò perciò libero il campo a i Franzeiì di tener comunicazione colla medefima, lìccome in fatti avvenne , effendo accorlì colà il Cardinal della Vailetta, il Lungavilla, e gli altri Franzeiì. Non trovò la Ducheffa nè letti nè mobili per sè, e molto meno per la fua Corte. Il peggio fu, che mancava anche il vivere per lei e per quella Nobiltà. Mar,do a chiederne al Principe Tomma-fo, che le mandò un fol piatto di vivanda per lei ogni giorno. Ne fece irtanza al Cardinal della Vailetta, e quefti negò tutto, richiedendo, che delle prima la Cittadella in mano de’Franzefi, e bil’ognò in fine accomodarfi alla di lui volontà. Parea alla Ducheffa un’ora mille anni di ufcire di là. Fu da erti Franzeiì provveduta di tutto la Cittadella, e il Cardinyt^della Vailetta con uno ftaccamento di cavalleria conduffe dipoi Madama Reale a Sufa. Non avea celiato in addietro Monfìgnor Caffarelli Nunzio Pontiiizio di proporre ripieghi di pace, ma con poco frutto. Al veder eg'i ora K 4 tanto