XIV » fi, come anche Portolungone, ma con maggior fatica, e con facrifì-» carvi più gente, fpecialmente Napolitana , e fi diffe in vendetta del-» la ribellione pattata. L’anno feguente, in cui fi videro fuppreilì e » fecolarizzati dal Pontefice tutti i piccioli Conventi, ne’quali non po-» teva efercitarfi la Regolar difciplina, il Card. Antonio Barberini, «fratello del Card. Francefco ( tornato a Roma molto prima ), tor-» nò anch’egli carico di Abbazie, e Benefizj, ricuperata già la grazia »del Papa, e ambedue fi riconciliarono con la Repubblica Veneta , » rilafciandole le rendite fequeftrate de’lor Benefizj, e di più donando »alla medefima dodici mila Ducati d’oro, per fervirfene nella guerra »di Candia, che da molti anni foftenevano contro i Turchi: onde i » Barberini furono in ricompenfa aggregati alla nobiltà Veneta, e Car-» lo e MafTeo, figli di Don Taddeo Prefetto di Roma, che era mor-» to in Francia, andarono a ringraziare il Senato. Don Maffeo ebbe » poi per moglie Donna Olimpia Giuftiniani, e Don Carlo la porpo-» ra per relhcuzione del Cappello, onde tornarono a efTer tre Cardi-» nali nella medefima Cafa, come vi erano flati prima del 1646. in » cui morì il Cardinale Antonio Seniore Cappuccino. L’ Annalifta par-» la prima ironicamente di quefta inclita famiglia, dicendo, che fi tro-» varano infuffifìenti, e calunniose tutte le accuje intentate contro di loro ; » giù (le e lodevoli tutte le loro anioni fono il precedente Pontificato. Gran » tejìc erano i due fratelli Cardinali Francefco, ed Antonio. Più fotto poi » attribuendo a Donna Olimpia Maidalchini cognata del Papa quefta » riconciliazione, manifetta i meriti di quella Cafa sì potente per le » ricchezze, per le protezioni, e pel gran feguito nel Sacro Collegio. I quali »meriti o condannano i Principi protettori, e’1 facro Collegio fegua-» ce ; o T ironico parlare di poco fa . » Accenna l’anno 1653. la Bolla d’innocenzo X. in cui fi condan-» nano le cinque propofizioni di Gianfenio. Indi otterva di pafib , che » i Vefcovi n’ ebber molto piacere , e i feguaci di Gianfenio non ol'a-» rono contrattar colla S. Sede, ma fi pofero a l’ottenere, che tai pro-» polmoni non erano nelle opere di Gianfenio, morto in comunione » della Chiefa . E qui ebbe principio , egli dice , una fedi^ion