Anno MDCXLII. tanto cooperato all’ efaltazione del Luteraniimo e Calviniano in Germania , ed Ollanda. Morì quello Cardinale, odiato qnafi da ognuno, e internamente ancora ne provò contentezza il medelimo Re Lodovico, al trovarli libero da sì duro Tutore . Era già introdottone gli affari di quella Corte , e nel favore anche di quel Monarca il Cardinal Alamanno, uomo che nella perfpicacia della mente , e nell’accortezza , quali potea competere col Richelieu , ma di Mafllme più moderate ed a-morevoli, e però fu fatto Prendente del Configlio, con autorità nondimeno limitata, elTendolì dichiarato il Re di voler da lì innanzi ricordarli un po’piùdi effere quel che era. Furono anche richiamati dall’eii- lio e dalle carceri non pochi , già vittime dell’ odio del defunto implacabile Porporato . Si andarono in quelli tempi fempre più efacerbando gli animi de’ Barberini, e di Odoardo Duca di Parma , ed ufcì in Roma fentenza di icomunica, e di divoluzione di tutti i fuoi Stati alla Camera Apollolica; oltre a ciò fi aumentò in Roma e in Viterbo l’armamento, per galli-gare quello chiamato Ribello. Dal luo canto anche il Duca coll’impegnar le gioie, e prendere danari a frutto, ed ottenerne qualche fom-ma dalla Repubblica Veneta , li diede a far gente , e pubblicò un Ma-nifello delle fue ragioni, che difpiacque forte a Roma. Non lafciavano elTa Repubblica, il Gran Duca, e il Duca di Modena di continuare i trattati d aggiullamento; ma durezze s’incontravano da ambe le parti. Si andò in quella maniera baloccando un pezzo, finché raunato fui Bo-lognefe un copiofo efercito Pontifizio con tutti gli arrrecci militari, li vide comparire a Modena Giovanni Agollino Marigliani a chiedere il palio per quelle genti alla volta di Parma. Si andò fchermendo il Duca Francejco 1. e intanto avvisò i Veneziani e il Gran Duca Ferdinando de’ grandioli difcgni de’Barberini , affatto rivolti a turbar la quiete comune. Venuto pofcia i\ Conte Ambrofio Carpegna a far più forti iftanze, ed anche minaccie pel fuddetto paffaggio, il Duca di Modena , che li trovava come difarmato, fu collretto ad accordarlo , fe nello fpazio d’un Mele non feguiva concordia fra la Camera Apollolica,e il Duca di Parma. Allora fu, che i Veneziani, per altri motivi ancora difgu-llati del governo de’Barberini, e il Gian Duca, e il Duca di Modena, egualmente Cognati d’effo Duca Odoardo, non volendo fofferire il di lui precipizio, nel dì ultimo di Agolto formarono fra loro una Lega difenliva . Attefe il Duca di Modena a rinforzarli di gente, a fortificare e provveder di munizioni le fue Piazze , e ricevette anche dalla Repubblica un aiuto di tre mila fanti e di trecento cavalli, nfoluto di contraffare il palio a i Papalini. Altri foccorii ancora dcveano a lui ve-Tomo XI. L 3 nire