I MONACI BASILIANI d’ItALIA IN ALBANIA 173 fece trapelare nella risposta, dei suoi pensieri e dei suoi passi in proposito. E invero è noto che Gregorio fin dagli inizi del suo pontificato accarezzò l’idea generosa di una mossa in grande stile contro i Tuchi, idea che vien fuori di nuovo nel 1581, non ostante le sfavorevoli disposizioni dei Principi Cristiani, allorché all’inviato di Venezia faceva conoscere di esser pronto a impiegare per una lega contro i Turchi tutte le rendite della Chiesa e ai Chimarioti, quasi contemporaneamente, che « ben volentieri avrebbe « dato anche il suo sangue pur di veder tutta la Grecia « unita con Roma, non solo nella forza degli eserciti, ma « in una identica professione della fede » (25). Conveniva, non ostante tutto questo, comportarsi con grande prudenza e segretezza, e perciò il Papa si riservava di trattarne personalmente con i rappresentanti dei vari Stati Cristiani, dai quali in un primo tempo ebbe parole di aiuti e di promesse. La progettata lega purtroppo non si ebbe, non per colpa del Papa o per incuria, fu anzi Egli vilmente tradito dal governo di Spagna (26); poiché proprio esso che per mezzo del suo rappresentante a Roma sembrò accettare la proposta di Gregorio per un’alleanza contro i Turchi, a Costantinopoli conchiudeva una nuova proroga dell’armistizio con i Turchi. Non è del nostro assunto tener dietro a tutte le fasi delle pratiche occorse nel lungo maneggio di un affare così delicato e di tanta importanza, e che se fosse venuto a luce avrebbe risoluto in una volta due problemi dalle conseguenze grandiose; ne abbiamo toccato quel tanto (25) Id. ibid., pag. 145. (26) Vedere per tutte queste trattative L. Pastor, Storia dei Papi ecc. Roma, 1925. Voi. IX, pag. 265-269.