72 Matteo Bartoli di linguaggi; che non implica, s’intende, la consanguineità dei popoli che li parlano. 135*. — V. la nota 77; Miscellanea Hortis, pp. 899 e 915; e sopra tutto Pagliaro Sommario di linguistica arioeuro-pea, I, pp. 173 sg. 136. — Per ripetere una frase che è stata male interpretata (v. Goid., pag. 156, § 11 e cfr. Arch. glott. it. XXII 130, nota 117), i maestri avrebbero saputo trovare quella cronologia e non hanno voluto cercaria; avrebbero saputo vederla e non hanno voluto guardarla. O l’hanno guaruata — come era inevitabile agl’inizi della nostra disciplina — attraverso gli « occhiali ariani » (cfr. Schuchardt-Brcvier, pp. 212 e 355), cioè dal punto di vista che la lingua degl’indiani antichi fosse, se non la lingua madre, la sorella maggiore delle lingue ario-europee : v. la nota 4 ed Erma 1932, p. 876. 137. — V. ìntroduz., pag. 99. — Il Maver (Slavia VII 147) scrive: « En comparaison avec les néogrammairiens les néolinguistes font quelque chose de plus, et c’est précisément à ce plus que le livre de B. est en premier lieu dédié ». — H Goid. è, anche per questo rispetto, di parer contrario: v. la nota 55, e pag. 181 : « il neolinguista si mostra In conseguenza dei suoi principi del tutto arretrato »». Il brillante glottosofo Leo Spitzer esprime ora, nelle Indo-german. F orsch. L, 125, certe sue idee sugli studi linguistici dell’Italia nuova; secondo lui, essi manifestano piuttosto una stasi che un progresso. Cotesta sentenza vuole una pronta risposta, e può bastare, per es., il rinvio al Bull. Soc. Ling. XXX, pp. XII e XIII. In questo si trova il commento di Antoine Meillet a un Exposé sur les études de linguistique en Italie : « M. A. Meillet, après l’exposé nourri de M. Devoto, se félicite que l’Italie possède des linguistes si nombreux et actifs; il loue l’esprit de nouveauté et de réalité qui anime la jeune école et fait espérer des progrès intéressants de notre science ». Altrettanto benevolo è il Vendryes, che scrive nella sua Revue celtique XLVII 243 : « L’école linguistique italienne est aujourd’hui en plein essor; elle compte un grand nombre d’hommes », che hanno « leur tempérament personnel, leur conception originale des faits ». Lo Spitzer è meno benevolo, ma anche, per buona ventura, meno informato e anche, diciamo così, un po’ smemorato. — Una caratteristica di parecchi linguisti italiani è menzionata nella nota 2.