Accordi antichi fra l’albanese e le lingue sorelle 45 « dio »: lat. deus, irl. dia, isl. ant. tivar; l’innovazione si vede almeno nell’avest. bay6. «vecchio»: lat. senex, irl. sen, got. sinista; con sscr. jaian(l), osset. zàroiid. Poi si confrontino le velari di lat. socer, gali, chtvegr, e got. stvaihra; con le spiranti di sscr. sva^ura- e gr. éxuga. Inoltre cfr. lat. equus, gali. Epo-, got. aihwa-i con urctos, sscr. a$va. Anche l’iniziale di lat. dacruma, irl. dcr, got. tagr, la quale manca nell’indo-iranico e nel baltico: sscr. ajru e av. asru-. Infine il -ter di lat. fràter, irl. bràthir; e got. bro ar; con -te; sscr. bhrùtar- e av. bràtar-, IV) Ci resta il gruppo contrario al precedente. Le fasi antiche qui raccolte si conservano almeno in due delle tre lingue ario-europee orientali, e invece le innovazioni corrispondenti si trovano in una o in più d’una delle lingue occidentali, come si vede nella figura seguente: german. baltico slavo tocario celtico albanase armeno iranico italico greco --- indiano Ci si vedono le aree della coppia ario-eur. rnedù e mel. (cfr. § 7). Nell’area circoscritta convivono l’uno e l’altro dei due tipi. Fuori di esse si conserva invece il tipo rnedù. A questo gruppo spetta infine l’iniziale de] sscr. vrka• e dell’avest. vehrkó: il lat. lupus va invece col gr. XÚ5CO?. Come si vede, le coppie dei gruppi I e III sono molto più numerose che quelle dei gruppi II e IV. Cioè le aree settentrionali e le occidentali della sede preistorica dell’ario-europeo sono più conservative che le meridionali e le orientali. Da questo rapporto cronologico e geografico si può trarre un vantaggio per la ricerca del rapporto di tempo tra le fasi linguistiche ario-europee. Si osservino, a questo proposito, le fasi che seguono: