116 Giuseppe Schirò trina cristiana composta dal gesuita spagnuolo P. Le-desina, ed è preceduta da una « Canzona spirituale » di otto versi endecasillabi, dei quali il 1° fa rima col 3°, col 5° e col 7°; ed il 2° col 4°, col 6° e coll’8°. Questo brevissimo componimento è notevole perchè forse il primo cronologicamente fra quelli, per lo più di autore ignoto, che, nello stesso metro e con la medesima disposizione di rime, costituiscono uno speciale genere di poesia popolareggiante delle colonie albanesi di Sicilia, di contenuto quasi del tutto didascalico, elegiaco e religioso. Non oso affermare che l’opera del Matranga sia stata veramente pubblicata nel 1592 dall’editore romano Guglielmo Facciota, come potrebbe sostenersi in base all’Originale dello stampato, cioè ad una delle tre copie manoscritte che, dalla Biblioteca Barberini, passarono alla Vaticana legate in unico volume (Cod. Bar-ber. lat. n. 3454 già XLII1 27); però mi sembra cosa abbastanza singolare, per non dire strana addirittura, che il Matranga, dopo d’aver provveduto a tutto ciò che era necessario' per la stampa del suo libro, e dopo di aver ottenuto perfino Yimprimalur, siasi determinato d’improvviso a lasciar tutto in asso, ed abbia anche perduto il santo desiderio di riuscir giovevole spiritual-mente, non solo ai suoi concittadini ignari dell’italiano, ma altresì « a tanti centinara di casali che in Calabria et in Puglia vi sono di gente albanese », come egli stesso scrive nella Dedicatoria. Può darsi però che sia morto in quell’anno medesimo, all’età di circa 30 anni, supponendo, come è verosimile, che fosse entrato quindicenne nel Collegio, e certo non prima del 1577, essendo appunto questa la data della fondazione del pio luogo. Ad ogni modo il suo Catechismo, che nel 1912 è