8 Matteo Babtou Che il tipo lat. dìès sia più antico che il tipo risulta da tre indizi concordi. L’uno è la norma delle aree laterali (8). Esse conservano, di solito, una fase anteriore a quella dell’area intermedia. Tale è nel caso nostro l’area del tipo ri(J.ae. L’altro indizio è la norma dell’area maggiore (9). Questa conserva, di solito (9*), una fase anteriore a quella dell’area minore. Nel caso nostro si osservi che i linguaggi del tipo diès sono molto più numerosi che quelli del tipo ^«9- Una terza norma è quella dell’area meno esposta (10) alle comunicazioni, e però, di solito, meno ricca d’innovazioni. Tale è, anche nel caso nostro, l’area settentrionale (germ. bah. si.), dove, come si vede, non è giunta l’innovazione: cfr. § 9. All’area del tipo è simile quella d'un’altra innovazione che subito vedremo. Ma si avverta che le innovazioni di ciascun gruppo, in questo paragrafo e nei due segmenti, hanno un’area simile a quella della prima innovazione di ciascun gruppo. E dico soltanto $imile, non identica, perchè nemmeno due sole innovazioni possono avere la stessa diffusione: v. §§ 3 e 9. Si confrontino e i suoi corradicali. Vi si avvertono doe lipi: con e e con o. Questo è l’innovazione, come ci dicono le tre norme menzionate or ora per la coppia diès ed Si confrontino: tipo e: alb. herdhe (11), lit. eriilas, ave*, »razi ; tipo o: 5pxiS e arm. orji-hh. II. — Ora vediamo quest’altra figura : germanico baltico slavo celtico albanese armeno iranico italico_greco_—_indiano Rappresenta i tipi dé- e dhé- « poppare » e sim. Si confrontino :