32 Matteo Bartoli secoli prima che fratellus, nel significato di « fratello ». E le altre si vedono nelle due figure seguenti: A. - Gallia Rezia transalp Italia settentrionale Italia centrale Italia meridionale - germanico - slavo tocario celtico - armeno iranico ital ico greco indiano Dacia Dalmazia preveneta In ambedue queste cornici si ha il tipo fratellus; tose, fratello, veneto fradèl, ecc. Le norme geografiche da applicare in questo caso sono due: la norma dell’area maggiore (v. la nota 9), e questa risulta da am. bedue le figure; cioè il tipo fràter è molto più diffuso che il tipo fratellus; e la norma delle aree laterali (nota 8); come risulta dalla figura A). Tutti i linguisti consentono certamente che il tipo fràter è più antico che il tipo fratellus. Ma quando si tratta di indicare le prove o gl’indizi onde risulta questo rapporto cronologico, le opinioni discordano. La risposta più frequente è che quel rapporto risulta dalla cronologia dei testi e dalla comparazione. Ma questo termine può avere diversi significati. Esso può voler dire: Il una delle due norme geografiche (e di solito si pensa a quella dell’area maggiore; e più di frequente alla figura B che alla figura A); 2) la prova o l’indizio del suffisso (nel caso nostro, alcuni — non certo il Maver — fanno, implicitamente, questo ragionamento: fràter è una parola « semplice », o meno semplice, che fratellus, e per ciò quella è più antica di questa) ; 3) tutte e due le norme geografiche e anche il suffisso e anche la cronologia dei testi. Per me, ciò che vale nel caso nostro, per la coppia fràter e fratellus, sta nella cronologia dei testi e nelle due norme geografiche. Certo è che la parola comparazione e tante altre parole simili — comparntismo, metodo comparatisiico — sono equivoche. E sono poco chiari anche i supposti contrasti fra la geografia linguistica e la neolin. guistica da una parte e la storia (106), la fonetica (107), la filologia (108) dall’altra. E, oltre che il contrapporre, anche l’anteporre (109) o il