108 Giuseppe Schirò l’errore in cui vivono. Necessaria a’ Greci ed a chiunque vive sotto il giogo turchesco, per saper come ben vivere. Dilettevole a’ Cattolici per confermarsi nella santa Fede ». Nemmeno il Bogdan seppe del libro di D. Gjon Buzuku, e pare che non avesse neppure avuto sentore alcuno di quelli del Budi e del Bianco, poiché non solo non ne fa cenno, ma anche si lamenta che, essendo l’Albania sotto la tirannide degli infedeli e mancando di libri e di maestri atti a sostenere il popolo cristiano nei principii della religione, essa trovavasi nella triste condizione descritta dal profeta Amos in questi termini : « Ecce dies veniunt, dicit Dominus, et mittam fameni in terram; famen non pania, neque sitim aquae, sed au-diendi verbum Domini, et commovebuntur a mari usque ad Mare, et ab aquilone usque ad orientem circuibunt quaerentes verbum Domini et non invenient ». Egli inoltre dichiara di aver sempre ritenuto quale tentazione del demonio, anziché quale ispirazione dello Spirito Santo, il desiderio di scrivere qualche cosa in lingua albanese, per le grandi dfficoltià che avrebbe dovuto affrontare, e perchè « qui animum ad scribendum applicai, vel ad dicendum, tot sibi judices contra se ais-surnit, quot lectores »; ed in fine perchè anche « pueri nasum rhinocerontis habent », allorché si tratta di cercare il pelo neH’uovo. L’opera del Bogdan, essendo stata da lui stesso tradotta in italiano, è conosciuta abbastanza, e riscuote a buon diritto ampie lodi, sia per la vasta dottrina teologica e filosofica, che tutta la compenetra e pervade, sia per una singolare purezza di dettato, che la rende addirittura preziosa. Merita, a questo punto, di esser ricordato con gratitudine il venerando M.r Andrea Bogdan, già A rei ve-