Accordi antichi fra l’albanese e le lingue sorelle 67 ha studiato Vlntroduz. (« on voit par ceci avec quelle extréme prudence l’auteur procède à la formulation du résultat métho-dologique obtenu par ses vastes recherches » : Maver, Slavia VII 153); e potrei rilevare che proprio il Goid. ama le tesi che non si possono dimostrare, né con prove né con indizi : egli crede, per es., di poter « dimostrare che pecus -u significava in origine 1’ ’ animale lanuto ’, la ’ pecora ’ » (pag. 175, 23); ma cfr. Ernout-Meillet, Dictionnaire étym. de la langue lat., Parigi, 1932, s. v. pecu (pag. 711: « indémontrable »); egli crede si possa dimostrare, con « garanzia », la poligenesi (pag. 161); l’eternità di alcune aree (p. e., « una delle aree di echinus è rimasta sempre la stessa »: pag. 162, nota 1); l’origine contemporanea di due o più fasi linguistiche (per es., « serare può essere antico quanto eludere »: pag. 206, 43; cfr. § 8) ecc. ecc. — Ma io preferisco dare un’altra risposta a cotesta calda raccomandazione: Grazie, ma anche negli studi linguistici, la mia imprudenza mi piace molto più che la vostra prudenza. 89. — V. lo studio del Meyer-Lubke di cui nella Riv. di filol. LVII 342 - 4, LVIII 35, e ora Goldberger Gioita XVIII 16-28. 90. — V. Riv. di filol. LVII 343. 91. — V. lntroduz., pp. 15 sg. 92. — V. il saggio Le Tre Basolche (citate nella nota 47). 93. — V. il saggio Le Tre Basolche, pag. 5. 94. — V. la nota 122. 95. — V. Arch. glott. it. XX 172-180. 96. — Contrariamente all’opinione del Sommerfelt, la norma dell’area seriore (v. la nota 54) non si può applicare nel caso dell’i di sscr. pitàr-: v. Norsk Tidsskr. f. Sprogvid. Ili 286. 97. — Cfr. Arch. glott. it. XX 135, XXII 129 (nota 113), Riv. di filol. LIX 210 (nota 6). Cfr. ora lo studio del Salverda de Grave, Romania LVI 327-30, dove però non si tiene conto delle premesse geografiche: cfr. qui nel testo, a proposito del-l’it. spiga, ago, ecc. 98.—V. Menéndez-Pidal, Origines del espanol, 2aed., Madrid 1931, § 46 (3). 99. — V. lntroduz., pag. 70, a proposito dei centri italo-greci onde è irradiato probabilmente plus per magis (v. § 4, i).