120 Giuseppe Schirò dotà, il P. D. Giuseppe Sehirò, il quale, assistito da altri compagni basiliani, si è veduto in azione per l’adempimento de’ suoi doveri, con lode del suo nome e con profitto de’ popoli ». Anch’egli fu eletto Arcivescovo di Durazzo ed esercitò nella chiesa di S. Attanasio la carica di Vescovo Assistente conferitagli da Benedetto XIV nel 1750. Non a titolo di curiosità, ma in omaggio alla veneranda memoria di uno dei più grandi uomini cui abbia mai dato i natali il mio paese nativo, e come lievissimo segno di quella gratitudine che tutti gli Albanesi nutrir dovrebbero verso il P. Giorgio Guzzetta (n. a’ 25 di aprile 1862 e m. a’ 21 novembre 1756), già sopra ricordato quale fondatore del Seminario in Palermo e di altre Pie Opere in Piana, anche con la collaborazione del P. Antonino Brancato, e perchè serva di eloquentissima prova di ciò che, in tempi non molto remoti, pensavano gli Albanesi, più che mai desiderosi di sottrarsi alla tirannide turca, sento il dovere di ricordare a questo punto che di lui ancor ci resta una breve memoria sul « Diritto che hanno li serenissimi Re di Sicilia sopra l’Albania, onde possano intitolarsi ancora Re e Despoti, cioè signori di essa ». Tale documento, la cui preziosa minuta orginale si conserva nella Biblioteca comunale di Palermo, fu presentata a Carlo III dallo stesso P. Giorgio, che, nell’atto di porgerlo al Monarca, pronunziò le seguenti parole: « Sire, io a’ vostri piedi prostrato, vengo a rendervi le dovute grazie di quanto avete voluto graziosamente accordare in favore e a vantaggio della mia Nazione Albanese. Io sono un povero e meschino prete, il quale nulla vaglio e posso; ma frattanto ad offerir vengo a voi il Regno dell’Albania. Ecco, o Sire, questo mio scritto. In esso legger potete alcuni chiari documenti dai quali