Accordi antichi fra l’albanese e le lingue sorelle 17 mente a ciò che fa credere il Goid. (v. la nota 51), ho sempre ricordato l’Ascoli. II Dauzat (59), riferendosi al mio primo saggio neolingustico, pubblicato vent’anni fa, scrisse : « Il s’est constituée récemment, en Italie, l’école des néo-linguistes, qui se réclame d’Aseoli ». E il Meillet, nella recensione dell 'Introduzione (Bull. Soc. Ling. XXVIII 4) : « La linguistique est en transformation, et, en posant une néolinguistique, M. Bartoli énonce une vérité certaine; qu’on ne le taxe pas de présomption; il dit dès le début ce qu’il doit à ses prédécesseur, et la façon dont il parle du regretté Gilliéron est bien faite pour nous toucher ». — Le norme neolingui-stiche le ho formulate, per la prima volta, ne\Y Introduz. pp. 3-21 (v. anche 66-71), e ho tentato di dimostrarle per mezzo di una documentazione molto paziente (60): « très riche du point de départ (latin) et du '¿ioint d’ar-rivée (les langues néolatines) » (61). Tale dimostrazione paziente e le formule sono, ripeto ancora, posteriori, e di molto, alle geniali intuizioni (62) dei maestri trapassati, ma sempre vivi nella nostra memoria riconoscente (v. la nota 138). Del resto la « novità metodica » di una buona parte deWIntroduzione è riconosciuta, implicitamente, dallo stesso Goid. (63). Quanto poi al secondo motivo melodico, quello del-l’Errore, il Goid. pensa che le norme neolinguistiche tornano solo « in certi casi », e che negli altri, cioè di norma, esse « fanno fallenza » (64). Ma, quando egli avrà meglio studiato quelle norme, vedrà che non falliscono in nessuno dei molti casi che, secondo lui, sarebbero « casi ribelli alle norme del Bartoli » (65). Alcuni di cotesti casi, raccolti dal Goid, non soltanto non sono ribelli alle mie norme, ma anzi sono favorevoli (66); altri non hanno che fare con esse (67); e i pochi rimanenti Studi Albanesi, II 2