164 D. Nilo Borgia Roma, poiché in una seconda lettera al Papa, più che al P. Lorenzo attribuiscono ad altri il merito principale della ridestata fiducia loro verso il Papa. In mancanza di altre notizie sul personaggio che tanto si adoperò alla felice riuscita delle trattative, ci conviene per ora restar paghi di ciò che i Chimarioti scrissero di lui al Papa in persona, e che per sè stesso costituisce un lusinghiero elogio delle virtù morali e civili del degno personaggio. Anche questa lettera, come la precedente, riproduciamo per intiero dal latino. Eccola, nella versione fedele : « Santissimo e Beatissimo Padre, Pontefice della Grande Cattolica Chiesa Universale. cc Noi tutti Capi della Chimara, col consenso di cc tutto il popolo di detta Regione e di quelli che abi-« tano le terre qui appresso nominate, riveriamo umil-cc mente e rispettosamente la Santità Vostra e baciamo cc i piedi, a noi apportatori di pace, di Te Primate e « Capo della Chiesa, raccomandandoci nel medesimo « tempo agli Illustrissimi Cardinali, che si prendono « cura della nostra Nazione; e preghiamo Dio affinchè « ti conservi sano, a lungo, Padre Beatissimo e Degnis-« simo. cc Sappia dunque la Beatitudine Tua che qui tra cc noi è stato il distinto Signor Demetrio Ferigo cittadino cc Coroneo (16), il quale ha con noi trattato della salci vezza delle anime e dei corpi nostri, della maniera cioè cc di liberarci dalle mani dei Turchi. (16) Di famiglia originaria da Venezia, ma nato e cresciuto a Corone.