Della lingua albanese e della sua letteratura, ecc. 95 dei Balcani, come era disposto ad ammettere anche l’Ascoli. Ma qui basti quanto ho detto in sul proposito, e mi si consenta solo di aggiungere che le precedenti osservazioni giovano anche a fare escludere che gli Albanesi siano i discendenti diretti dei PeLasgi, pur ammettendo che del sangue pelasgo possa scorrere nelle loro vene, come pure del sangue illirico, tanto più se non è possibile negare che rami dei Pelasgi furono gli Illiri, i Macedoni e gli Epiroti. I Pelasgi sono da riguardarsi quali antichissimi invasori della primitiva Albania, come di buona parte di essa lo furono gli Etruschi, i quali, prima di recarsi in Italia, lasciarono il loro nome ai Toschi, insieme ad altri elementi degni di nota. Lo stesso Ascoli, basandosi sulle ricerche dell’Hahn, e prendendo occasione dagli Studi linguistici del Bion-delli, così scriveva fin dal 1861 : « Gli Albanesi della regione meridionale, ossia del vero Epiro, chiaman Toscheria un certo tratto del loro paese; e i connazionali stanziati a settentrione, del pari che gli altri vicini, dieon Toscheria l’Albania australe e Toschi tutti gli Albanesi che ivi sono. Abbiamo poi nell’Albania centrale la città di Tiranna, chiamata dal Barlezio, scrittore albanese, Tiranna major, a distinguerla da altra Tiranna (Tiranna minor) che giaceva non lungi da Croia. Cotesti nomi consuonantissimi a Tusci ed a Tirreni, non è a dirsi quanto preziosi suggelli appariscano a chi sa addurre tant’altro per adombrar negli Epiroti e ne’ Macedoni il nucleo di quella grande famiglia tirreno-pelasgica, le cui propagini si stendevano a oriente nella Tracia ed a occaso nell’Italia. Inguisachè, se taluno tenterà col soccorso dell’albanese le misteriosissime iscrizioni degli Etruschi, non potrà