Accordi antichi fra l’albanese e le lingue sorelle 15 4. — I fatti raccolti nelle pagine che precedono sono particolarmente adatti a una discussione sulle norme neolinguistiche, cioè sui mezzi per trovare il rapporto cronologico tra due fasi linguistiche (§ 5) e su quelli per trovare la patria o le patrie dell’innovazione (§ 6). E anche la nostra rivista è atta a tali discussioni, perchè la storia della lingua albanese involve quella di varie lingue antiche e moderne (v. § 10), alle quali tutte si possono applicare le norme neolinguistiche (v. § 9). L’Introduzione alla neolinguistica (45) e altre pubblicazioni mie, inspirate agli stessi criteri — da un saggio pubblicato vent’anni fa, in Miscellanea Hortis, (46) a uno uscito di recente, in Miscellanea Resetar (47) — sono state recensite, con lusinghiera benevolenza, da diversi linguisti di scuole diverse. Tra quei benevoli critici, ita-lani e stranieri, sono da ricordare particolarmente gli autori delle due critiche più ampie, e insieme più profonde, dell’/ntroduzione, e sono Giovanni Maver e An-toine Meillet. Questo maestro insigne e quel giovane ed eminente collega, come pure gli altri studiosi citati in nota, si sono occupati sopra tutto delle norme neolinguistiche, facendo in proposito alcune obiezioni molto cortesi. Perciò anche nelle pagine che seguono si insisterà particolarmente su quelle norme. Ad alcune di quelle cortesi obiezioni o domande risponderò nei § 7-10 e alle altre, implicitamente, nei § 5 e 6. Le critiche ora citate sono molto diverse da quella di Pier Gabriele Goidànich (48), la quale sorprende e addolora, e richiede subito un avvertimento: egli mi attribuisce propositi che non ho mai sognati (49) e affermazioni che non ho mai fatte (50). Ciò avviene perché, fra l’altro, egli non ha letto interamente né VIntrodu zi°ne, (51) né il Breviario (52). E ha letto quella anche