I MONACI BASILIANI d’ItALIA IN ALBANIA 161 « Il Signore Dio nostro conservi sempre felice la « Santità Tua e Le conceda tutto ciò che desidera. « Dalla Chimara, cioè dall’Epiro degli Albanesi, « 12 Luglio 1577, Servi e Sudditi della Santità Tua; dal-cr l’Epiro gli Albanesi Sacerdoti chierici e Laici e tutto « lo Stato nostro ». Al Santissimo e mandato da Dio, Papa Supremo dell’antica Roma, Padre degli orfani e consolatore di coloro che ricorrono a lui. * * * Un documento di cosi grave importanza non si spiega senza vedervi la preparazione spirituale di quei montanari, avvenuta certamente per opera degli Incaricati Veneti : gl’interessi materiali vengono prospettati insieme con quelli morali, ma tutto ciò in piena corrispondenza con le disposizioni d’animo dei Chimarioti. L’insistenza poi della lettera, e per conseguenza anche degli oratori inviati, nel chiedere sussidi per la restaurazione dell’Episcopio, non aveva altro fine che di garantire sempre più la resistenza armata contro i Turchi, poiché è risaputo che in quei tempi di lotta e di sangue, i cristiani si raggruppavano attorno ai loro Vescovi, per organizzarsi a difesa, e dai Vescovi prendevano a vessillo la Croce, e la benedizione e l’incoraggiamento alle terribili battaglie a cui erano continua-mente costretti. Basterebbe in proposito ricordare qui le gesta gloriose dei Vescovi Gregorio, Germanos, Procopio ecc. ecc., i quali tutti sostennero i cristiani negli asprissimi combattimenti contro gli Infedeli, durante l’Epopea gloriosa della Rigenerazione della Grecia (10). (10) PouQupviixE, loc. cit., passim. Studi Albanesi, II 11