170 D. Nilo Borgia e dei Patriarchi » (23) per i quali si rende garante la stessa lettera. Ciò non solamente ci è di sicuro argomento della serietà dei comuni intenti, ma altresì della maturità di consiglio da cui essa emanava, consiglio e ponderazione irrefutabile che trova ancor oggi la conferma più convincente nella riserva che i Chimarioti sottoponevano alla considerazione del Papa, relativamente all’osservanza del loro rito e delle loro tradizioni liturgiche. Soltanto i Sacerdoti e i Vescovi potevano autorevolmente interloquire su siffatto genere di questioni e suggerire con termini così precisi le norme riguardanti l’esercizio dei due riti, nella eventuale realizzazione dell’auspicata unione. * * * La risposta del Papa non si fece aspettare a lungo; ma essa fu molto parca e, diversamente da ciò che i Chimarioti avrebbero desiderato, non recava una parola, non un cenno qualsiasi alle loro proposte. La riportiamo in tutta la sua integrità perchè ci sembra importantissima, sopratutto dal lato religioso, rilevandosi in essa una corrente di vera intimità tra il Papa e quelle popolazioni, fino a ieri ritenute completamente aliene e distaccate dal grembo della Chiesa. Nicola Zachne, uno dei fiduciari dei Chimarioti, ebbe l’onorifico incarico di presentarla ai suoi connazionali. (23) Quello di Ocrida e quello di Ipek, della vecchia Serbia.