I MONACI BASILIANI D’ITALIA IN ALBANIA 169 Al Santissimo e Beatissimo Patriarca della Grande, Cattolica e Universale Chiesa di Dio, Signore, Signore Gregorio XIII, Pafm della vecchia Roma con onore (22). Noi vedremo in seguito come i Chimarioti, forse senza saperlo, venivano con questa lettera a fomentare nell’animo del Papa un ardente e antico suo desiderio, del quale peraltro, sebbene in termini generici, aveva fatta allusione nella prima sua risposta. * * * Intanto le proteste di devozione e di fedeltà, espresse con tanta sincerità in questa seconda lettera dai Chimarioti, non potevano non commuovere ancora più l’animo di Gregorio XIII, poniamo pure che attraverso di essa, gli oratori mirassero anche alla loro emancipazione dal giogo musulmano e a im assetto stabile della triste loro sorte dopo una lunga serie di lotte e di agonie. Ma non avrebbero finalmente ottenuto un sollievo duraturo per tutti gli Stati Cristiani viventi sempre sotto l’incubo della scimitarra di Maometto e continuamente minacciati da invasioni, da stragi e da rovine? L’aver poi chiaramente posti i termini dell’unione con Roma, ci induce a ritenere che l’esposizione dei comuni desiderata di quelle popolazioni era stata compilata con piena intelligenza « dei Sacerdoti, dei Vescovi (22) KoroleVs., Inc. cit., pag. 144. Abbiamo fedelmente riprodotto i nomi dei Villaggi nella lezione latina perchè potrà riuscirne più facile l’identificazione: parecchi sono scomparsi.