160 D. Nilo Borgia « ro, Sacerdoti, chierici e laici e tutto lo Stato, genuflessi « volentieri facciamo omaggio alla Santità Tua. cc Ti sia noto, Padre Santissimo, che dall’epoca dlei-« lo strenuo Skanderbech, nostro serenissimo Re, soci prannominato Castriota, nessuno mai, neppure il ne-« mico stesso della fede cristiana, il feroce ed empio cc Turco con tutta la sua esecrabile potenza, è riuscito ci ad assoggettarci al suo impero, non ostante che ogni « giorno e ogni momento non lasci di vessarci con conci tinue guerriglie, in guisa da farci subire gravi danni cc e perdite di uomini o uccisi in battaglia, o condotti in cc schiavitù. Hanno perfino manomessa per tre volte la cc casa del Vescovo e poi incendiata, cosichè ora noi ci cc troviamo nella miseria più squallida, nè abbiamo più cc mezzo alcuno per far resistenza contro il nemico; e cc per rimettere in piedi la residenza episcopale, dal mo-cc mento che anche le altre città e regioni vicine, soggio-cc gate pur esse, sono nell’impossibilità di aiutarci. cc A tale scopo intanto Gjika Nicola e Giorgio Catas, cc nostri concittadini, si recano presso la Santità Tua cc come nostri rappresentanti, e ad essi, noi te ne sconci giuriamo, Tu darai prove della tua bontà e munifi-cc cenza, di guisa che, ottenuto un soccorso dalla tua cle-cc menza, ci sia possibile restaurare la residenza del no-cc stro Vescovo, e far acquisto di armi per poter resistere cc agl’infedeli. cc Non volere, Beatissimo Padre, venir meno alle cì nostre suppliche, poiché noi in nessun altro speriamo « se non nell’TJnigenito Figlio della Santa e Indivisibile te Trinità e nella Santità Tua, quale Vicario dello stesso tt Cristo, del quale abbiamo preposto il Nome, e Te noi ti unitamente preghiamo di accogliere la supplica dei « nostri inviati.