178 D. Nilo Borgia l’alta missione di pascere e di custodire le pecorelle di Gesù Cristo, fu e sarà sempre PUnico ,a nutrire nel suo cuore i sensi della carità universale. Sarebbe troppo stridente il contrasto se noi mettessimo qui a confronto Fazione provvida e veramente paterna dei Sommi Pontefici verso quei meschini e i trattamenti che non rare volte questi ebbero a subire dalle ■autorità ecclesiastiche dei luoghi presso i quali gli Alba-nesi avevano alzate le loro tende (31). Se nello spirito della vera carità cristiana e della tolleranza fraterna tutti fossero stati concordi col Papa, forse noi oggi non avremmo motivo di deplorare come separate dal centro dell’unità cattolica tante popolazioni che con entusiasmo di fede e di devozione si erano sinceramente schierate sotto le pacifiche bandiere del Romano Pontefice. Comunque, volendo noi presentare un quadro possibilmente esatto delle condizioni di unione e di cordiale intesa che erasi pian piano delineata tra i popoli di Macedonia e di Albania, ecc., ricorderemo ancora altre lettere che spedirono a non lunghi intervalli, i Papi ai Chimarioti, documentazione non dubbia delle scambievoli relazioni tra Roma e l’Albania. Clemente Vili, nel 1594, li esortava con parole (31) E’ del tempo di cui scriviamo una lettera di un tal Vescovo di Larino (cfr. Korolevs., loc. cit., pag. 149). dalla quale sarebbe facile racco, gliere le prove delle poco benevoli disposizioni di lui verso quei disgraziati profughi, non che della mentalità che già fin da quel tempo andava preparando la graduale scomparsa del Rito Greco in Italia. SuU’argomento si possono consultare: I. Gay, VItalie Meridionale et l’Empir Byzanlin, Paris, 1904: G. B. Familiari, Le Colonie della Magna Grecia, Grottaferrata, 1915; P. Coco, Casali Albanesi nel Tarentino, Grottaferrata, 1921. Tra gli antichi: P. P. Rodotà, Dell’Origine Progresso e Stato presente del Rito Greco in Italia ecc., Roma, 1758.