I MONACI BASILI ANI d’ItALIA IN ALBANIA 157 § 2. — I Chimarioti e Roma. Sembrerà incredibile, dopo ciò che fin qui si è detto, che un popolo dagl’istinti ancora selvaggi fosse contemporaneamente accessibile alla verità e che ne andasse quasi in cerca e Faccettasse, pur non desistendo dagl’impeti violenti e irragionevoli della sua natura. Anche di ciò ci rende testimonianza il Vescovo che per più di 20 anni visse con loro e che dovette, purtroppo molte volte, subirne le violenze. « Questi popoli, scrive Egli, hanno poi un’innata « proclività e divozione verso la S. Chiesa Romana, « onde al tempo della beata memoria di Gregorio XIII, « quando erse il Seminario Greco di S. Atanasio, il pri-« mo alunno che fu messo in detto collegio fu cima-fi riotto » (6). Di tale propensione e fiducia verso la S. Sede di Roma noi abbiamo altre prove anche più segnalate e più convincenti, e le vedremo in seguito; non per questo resterà menomato il giudizio del nostro Missionario, al quale, come è facile comprendere, non potevano sfuggire alcune delle principali ragioni che avranno probabilmente influito nell’animo dei Chimarioti, e in generale di tutti gli Albanesi, per piegarsi facilmente verso Roma. __________ (6) Ivi, pag. 54, 55. — Si chiamava Andrea Vranas, di distinta famiglia, di ottima indole, prediletto « dalli Superiori per li sui costumi « di dottrina e di pietà che non volevano staccarselo da presso, onde li « fece 33 anni continui, e lo tenevano come Padre de’ novelli alunni ». Ivi. Una monografia illustrante un K0PTH2I02 BPANA2S HI1EI-PQTH2 è stata ultimamente scritta da X. A. Sideri in HIIEIPQTIKA XPONIKA, tomo III, pag. 249-271: Ianina, 1928. Lamentiamo col R. Korolevskij (loc. cit.) l’assoluta scomparsa di qualsiasi notizia del nostro Andrea dalle carte d’Archivio del Collegio Greco.