LA LINGUA ALBANESE (1) Prolusione al corso ufficiale di Lingua e Letteratura albanese letta nella R. Università di Padova il 6 febbraio 1936-XIV 1. Eccellenze, Magnifico Rettore, Chiarissimi Colleghi, Signore e Signori, il più grande albanologo dei giorni nostri, il professor Norbert Jokl della Università di Vienna, pubblicando, or son circa vent’anni, una storia degli studi di linguistica albanese nella collezione « Geschichte der indogermanischen Sprachwissenschaft » diretta da Wilhelm Streitberg (2), cominciava la sua esposizione con le seguenti parole : « Die Sprachc der Albaner oder Shkipetaren ist bis heute ein Stiefkind der indogermanischen Sprachwissenschaft geblieben » (La lingua degli Albanesi o Shkipetari è rimasta fino ad oggi una figliastra della glottologia indoeuropea). L’affermazione dello Jokl si può ripetere tranquillamente anche oggi giacché, nonostante i lavori che anche in quest’ultimo ventennio molti insigni studiosi, quali lo stesso Jokl prima di tutti, il Baric, il Vasmer, lo Skok, il Lam-bertz, il Weigand, il Phurikis ecc. ci son venuti am-rnannendo, gli indoeuropeisti continuano a trattare l’albanese come la cenerentola delle lingue indoeuropee. E basti qualche esempio.