I MONACI BASILIANI D’ITALIA IN ALBANIA 151 « do ad ammaestrarsi ed ancora dall’altra parte adii dottrinare quelli figlioli. Così famigliarmente veniva « spesso in mia cella a visitarmi; e perchè avevo iscritto « ad un mio parente che si trovava al Zante il gran torto « che fatto mi aveva il Papà Alexi, prima tanto amore-« vole verso di me, doppo d’avermi perseguitato si bar-« baramente che per le viscere di Christo havesse ad « assistermi in queste mie miserie, massime te passasse « per Corfù dovesse raccomandare la mia persona a « quelli Signori rappresentanti (di Venezia), stante Tasti senza dell’Ill.mo Labia da Corfù; lasciando la letteti ra in tavola per spedirla, questo Papà Giorgio con « tutto che havesse preso lettione da me per un anno e continuo, havendo corrispondenza occulta col Papà « Alexi, li portò la lettera, senza timor di Dio, onde « lui procurava a tutti li modi di farmi qualche male, « come appunto riusci(g)li. Perchè andando io in una t funtione del Santo Michiel Angelo, detto Papà Giorgio « assieme col fratello del Papà Alexi, aprendo con bel « modo la mia cella, levaronmi tutte le suppellettili sa-« ere, con calici d’argento, e quelle di casa, tuttavia « possedendole il prefatto Papà Elexi. Il che saputo ti dalla casatta di quella fattione che tenevanlo in casa <( quale era del Sig. Cavaliere Dinuarfi, si possero in « armi contro il detto Papà, costringendolo alla resti -« tuzione. Ma io vedendo che sarebbe stato per succe-« dere qualche homicidio in quella zuffa o da una o « dall’altra parte ed addossato sovra di me, onde per < scansar simili inconvenienti, ho proibito che fa-« cessero motto alcuno. Anzi quando sono andato a vite sitar Monsignor Ill.mo Barberigo (5) che allora ap- (5) Arcivescovo di Corfù dal 1628 al 1686 (Gams). Di questo illustre e venerando Prelato è stata pubblicata una Vita per cura del Sac. Dott. Pietro Bergamaschi, Roma, 1919.