94
D. Nilo Borgia
« magiore non haverebbero sentito se ogn’uno di loro «< perduto havesse un figliolo o padre naturale (6) ».
    Si trovava ancora ad Otranto quando « seppi per « certo racconto che lTll.mo Mons. Arcadio Vescovo <i di Musacchia esercitò un’opera di grande carità verso « gli abitatori di Drimades, dov’egli allora faceva sua « dimora. E fu che havendo gli habitatori di Ducates, « terra poche miglia distante da Drimades, fatti schiavi « undici feluchieri dell’Ul.mo Capitano delle Gagliaz-cv ze di Venetia, e non havendo egli modo di poter ca-« stigare quelli di Ducates, scaricò il suo furore contro « de Drimadiotti che sono a quelli confinanti, metten-« done indifferentemente altre tanti di loro nella gaie lera. I poveri Drimadiotti vedendo il gran torto che « gl’era fatto d’essere così severamente castigati senza « che commessa havessero alcuna colpa, ne havendo « altro modo da potersi difendere, corsero alli piedi del « sopradetto Monsignore e con lagrime agl’occhi lo sup-« plicarono che volesse impiegarsi nel loro aiuto.
     « Egli non havendo cuore di ritirarsi da tanta ca-« rità, e vedendo che per rimediare a male sì grande « non sarebbero state bastanti le sole lettere e le preti ghiere da lontano, determinò d’andarsene in persoti na a Corfù per ivi procurare con quelli Signori il riti scatto.
    « A tal fine dunque entrò in una barca di quel « paese, et accompagnato dalli vecchiardi della terra, « s’inviò a quella città, ma quando erano sulla metà « del viaggio, invidiando il demonio quella santa ope-« ra, intorbidò in un subito l’aria con turbini e pro-
     (6)	Arch. Colleg. Gr. tomo I, foi. 270, lett. al P. Rettore, 22 maggio 1668.