I MONACI BASILIANI D’ITALIA IN ALBANIA « tare il Turco, ma scansarono le sue forze con renderti gli il tributo (32). « Tutte queste turbolenze civili — riprende il De « Camillis — con tutto che fossero di grandissimo unte pedimento a gli eserciti] della missione non era che « non si facesse sempre qualche frutto; essendo che con « ciò si offeriva a noi spesse volte occasione d’impiegar-« ci in beneficio dei prossimi hora per impedire un male « et hora un altro ». Ma anche in questo esercizio di bene quegli sciagurati non ebbero riguardo a chi personalmente si sacrificava in tante guise, così che il P. De Camillis fu anch’esso preso di mira da « alcuni o malvaggi che tentarono con mirabil malitia di farmi « cose tali che se fussero loro riuscite sarebbe stata la « distruttione di quella missione e di me stesso ». Non dice di che cosa si trattasse, ma dalle parole della Relazione di Mons. Stanila s’intravede la machinazione diabolica: « sorse alcuno di molestare e calunniare il « P. Missionario, ma l’ira di Dio lo colse in un istante, « che vomitando sangue spirò con ammiratione di « tutti » (33). § XI. Sì piegano sotto la pressione dei Musulmani. Mentre queste cose accadevano nella Chimara, giungeva a Roma la risposta dell’Arcivescovo di Corfù e del Vescovo di Lecce, espressamente interpellati sullo stato reale della Missione, sulla salute di Mons. Stanila ecc. Nel sommario presentato da Mons. Segretario agli E.mi SS.' Cardinali nella Congregazione del Io decem- (32) Korol., loc. cit., pag. 71. (33) Id. ibid., pag. 71.