2C Carlo Tagliavini gliavini, Alb. Daini. 83 e bibl. ivi citata); per il «gene ro » dliarulèr « sposo » (v. Jokl. LKU. 46) e per molti altri nomi di parentela o riferentisi a usi familiari, molti dei quali antichissimi e, in gran parte dell’Albania tramontati, come la poligamia (attestata dalla parola site-mère, shernra «la seconda moglie convivente col marito» <*sm-meri (cfr. lat. maritus e v. Jokl, LKU. 4 segg.) e lo strano uso della « couvade » (51) esistente ancora in qualche parte delle montagne albanesi e caratterizzato dalla parola autoctona merkosh (52) che contiene la stessa radice *m e r di shemèr'é e doveva quindi in origine significare qualcosa come « maritino ». Ma accanto alla famiglia agnatizia albanese si venne formando una famiglia basata anche su vincoli cognatizi e a questa si riferiscono molti termini d’origine latina come kunàt