I MONACI BASILIANI D’ITALIA IN ALBANIA 63 « in diecenove. Et in fede studia nella detta città di « Napoli appresso il Collegio delli Padri Gesuiti. « In fede della verità habbiamo fatto far la pre-« sente, firmata da nostre proprie mani et autenticata « dall’infrascritto notaro. « Napoli, li sette Maggio 1655 : « Io D. Emanuel Melisurgo, fo fede come « SOPRA « Io D. Giovan Gesino, affermo ut supra. « Io Michele Melisurgo, affermo ut supra. « Io D. Neofito Rodino, sono testimonio e coti nosco gli sudetti. « Io D. Evangelio Garzaita, sono testimo- « NIO E CONOSCO GLI SUDETTI » (3). Con questa commendatizia e con altra allo Stanila rilasciata dai « canonici et sacerdoti della chiesa cat-« tedrale della città di Brindisi », la richiesta ebbe favorevole accoglienza, tanto più che i Padri Gesuiti di Napoli, come è facile pensare, non avranno mancato di raccomandarlo ancor essi alle autorità competenti di Roma. Dalla celere carriera del futuro missionario possiamo giudicare della sua preparazione spirituale e scientifica : entrato in Collegio nel primo di agosto del 1655, fu promosso agli ordini minori appena un anno dopo, il 22 maggio del 1656; il 28 dello stesso mese ricevette il diaconato e il 2 marzo del 1659 il sacerdozio. Lasciò il Collegio il 2 giugno del 1660 (4). Fu l’impellente necessità di dare un compagno al Lascaris che costrinse il novello sacerdote a uscir di (3) Ibid., tomo Vili, fol. 203. (4) Cfr. Lecrand, loc. cit.