1 MONACI BASILIANI D’ITALIA IN ALBANIA 73 « al Turco, e che la S. Congregazione somministras-« se qualche sussidio, attesa la povertà del paese » (17). Il subbuglio quindi era esclusivamente locale, eccitato ad arte da chi aveva interesse di pescar nel torbido e nel caso nostro viene indicato un tal « Capitano ft Spiro che havendo imprestati sessanta ducati all’ar-« civescovo Lascaris per rihaverli occupò i parati man-« dati da Roma, che stavano appresso un certo Nina « Relizzi suo amico, e con tutto che l’arcivescovo gli « rendesse il denaro, non ha voluto restituire i para-« menti pretendendo anche l’usura. Che perciò disgu-« statosi il Capitan Spiro machinò contro l’arcivescovo « le note sollevazioni e sparse contro la di lui riputati tione molte calunnie » (18). Allo Stanila furono comunicate le rassicuranti notizie della ritornata tranquillità, ma poco o nulla ne rimase persuaso: aveva paura. Anche di fronte all’ordine perentorio degli Eminentissimi Cardinali : eat omnino ad residenliam, frapponeva indugi; costretto finalmente si decise non per la sede di Spathia e Musac-chia due diocesi riunite a lui affidate sotto un titolo, ma per la Chimara (19). Sapeva troppo bene che la sede del suo titolo era ormai completamente musulmana e da ciò la sua preferenza per il cantone della Chimara. § VI. D. Giovanni Crisafida. Nè volle ritornar solo nella Missione, chè chiese ed ottenne un’aiuto nella persona di Giovanni Crisa-fida « alunno del Collegio Greco », sperando che con (17) Arch. Propag., Atti del 1663, voi. 32, Congr. del 10 aprile. (18) Ibid. (19) Ibid.