78 D. Nilo Bokgia « et il rumore che se ne fa che egli non stima ben site curo l’arcivescovo a (di) Corfù, anzi giudica che sia « bene di chiamarlo a Roma per isfuggire le calunnie « che danno i Greci a chi l’haveva inviato in Cimarra, « procurando però prima che paghi il debito per lo a quale ha impegnati i paramenti sacri, donde sono « proceduti tutti i disordini. « Soggiunge che anch’egli ha patito assai per es-« ser del partito dell’arcivescovo, e se non fosse stato o diffeso dall’affettione che gli portano quei popoli, « non l’havrebbe passata senza pericolo della vita; e (f che egli ha molte cose da dire, le quali esporrà più « da vicino se così commandaranno le E.E. V.V. ». L’arrivo di Mr. Stanila con il Crisafida determinò il Costantini a darsi un po’ di riposo: tanto più quando « vide che i padri havevano ritirati i loro figli « dalla sua dottrina e non praticavano ne communi-« cavano più con esso lui, e che la sua assistenza im-« pediva l’esercitio della missione » (3), a motivo delle persecuzioni mosse contro di essa e delle scomuniche che con larga mano avea disseminate il vescovo di Ianina a chiunque avesse osato di aderire ad essa. « Si ritirò pertanto a Corfù e subito la sviscerata « pietà di Mons. Ill.mo Labia lo fece chiamare nel suo a palazzo ed ivi sì per li patimenti della missione sì « per le turbolenze che haveva havute con il Vescovo « di Cimarra, sì anche per la mutatione dell’aria cadè « ammalato con febre terzana; assistito però dalli me-« dici che per ordine e diligenza del prefatto Ill.mo « Labia era ben curato e provisto di tutto il necessario. « Megliorato dall’infermità e ben atto a viaggiare passò « in Otranto e da là a Lezze, accolto dalla somma bon- (3Ì Korol., loe. cit., pag. 61. Relazione Stan.