I MONACI BASILIANI D’ITALIA IN ALBANIA 83 con grande solennità. Evidentemente duravano ancora i ricordi del P. Rodino nelle anime di quei montanari, c ciò spiega l’affluenza del popolo alle istruzioni quasi ininterrotte del nostro D. Costantini. Vi accorreva con entusiasmo la gioventù in gran numero : per essa il buon Padre ebbe cure specialissime ed istituì una propria Scuola Missionaria, vera primizia di tali iniziative, degna di imitazione particolarmente da chi lavora nelle Missioni d’Oriente. In pochi anni la pia Istituzione diede frutti copiosi, così che alquanto più tardi, quando il Costantini lasciò la Missione, « nove sacer-« doti, a distintione degli altri che appena sanno leggete re l’uffitio » (11), ne ebbero occupato il posto, con vero sollievo degli altri Missionari, e con frutto abbondante per la Missione. ^ III. Lotte sostenute. Com’era d’attendersi, ed era quasi cosa inevitabile, le contrarietà non tardarono a venir fuori, e noi, se non tenessimo presente che ci siamo accinti a scrivere unicamente per raccogliere le memorie che di questi Eroi di zelo e di sacrificio ancora ci restano, facilmente ci passeremmo dal ricordarle; poiché le une si assomigliano e si succedono alle altre, sempre per gli stessi motivi e derivanti sempre dalle stesse cause. Come ai suoi giorni il P. Rodino, così ora il P. Costantini, nei Vescovi di Ianina trovarono i loro nemici; ma quel che getta una luce sinistra nelle persecuzioni di questi Vescovi è la singolare circostanza che ordinariamente esse divenivano più acute, quando giungeva il momento in cui quei Vescovi dovevano riscuotere le dò-cime. Durante il resto dell’anno quei Signori Vescovi (11) Id. ibid., pag. 59.